venerdì, giugno 06, 2008

NBA Finals game 1: the Truth is (still) out there


Allora, questo post avrebbe dovuto intitolarsi Cafè 80, avrebbe dovuto essere pubblicato ieri e avrebbe dovuto parlare della storia della rivalità tra i due team protagonisti delle NBA Finals 2008. Poi però qualcosa è cambiato. Durante tutta l'ultima settimana avete avuto l'opportunità di leggere di tutto su questo argomento, una copertura da parte dei media impressionante, come se tutto il mondo avesse all'improvviso scoperto il baloncesto. Per carità, niente di male, anche perché non è che il movimento stia attraversando un momento di particolare splendore in casa nostra...Però mi sembrava sinceramente inutile e banale riproporre le solite storie di Magic e di Bird, del vecchio Garden e di quello nuovo, delle tradizioni e delle leggende...tutto bello e tutto lecito per carità, però adesso basta.
Così ho deciso di parlare solo della stretta attualità, di quello che è successo durante la mia ultima notte insonne e non di 21 anni fa.

The Day After:
La finale che un po' tutti i basketball-lovers si auguravano è iniziata col botto, magari non nel risultato – anche se il sottoscritto era convinto di una vittoria abroad dei Lacustri e lo aveva pure dichiarato in tempi non sospetti, peraltro ipotesi tutt'altro che fantascientifica per oltre metà gara – ma di sicuro nella modalità.

Che questa non possa essere una serie normale ce lo ha ricordato Double P quando, novello Willis Reed, ha messo tre triple devastanti pochi muniti dopo essere uscito dal campo «a braccia» causa un infortunio che sul momento – da vero laido – mi aveva fatto sognare la parata sulle Hollywood Hills col 24 a guidare il bus cabriolet, sollevato dal peso di quella scimmia sulla spalla che gli ricorda di non aver vinto (ancora) niente senza la presenza piuttosto ingombrante del culone di The Diesel nell'area pitturata. E invece niente...
Ok, meglio così...bisogna sforzarsi di essere sportivi e guardare con fiducia a gara – 2 perché la verità è che l'onda bianco-verde, specialmente nel primo tempo, non c'è stata e l'impressione è che difficilmente, chiunque la spunterà alla fine, riuscirà a venirne a capo prima di – almeno – sei partite.

A sud dell'epico Pierce comunque un grandissimo Garnett che, soprattutto all'inizio ha abusato in post basso del catalano de'noantri ancora troppo (Ga)soft difensivamente per questo livello di competitività.
In casa L.A. brutte...va beh...bruttissime percentuali per il Mamba che però non è mai stato annullato dalla migliore difesa della Lega come accaduto in precedenza per esempio a King James, un Odom del tutto normale che non riesce a incidere come nelle serie precedenti e un Sasha the Machine Vujacic che sembra l'unico – forse con Fisher – in grado di fornire ogni tanto un lampo di follia che può cambiare il fattore campo.

Adesso tutti i discorsi sul passato sono finiti, le tensioni di un pre-partita della durata di una gravidanza sono svanite, l'intro e il prologo della finale sono andate e si può finalmente solo pensare a giocare.
Domenica altra notte insonne e nuovo appuntamento con Basket City fissato per lunedì per il dopo-gara 2...so stay tuned!

1 commento:

Rob ha detto...

ora vediamo che ne sarà di PP nel resto della serie... fatto sta che con la prestazione di ieri notte si è DEFINITIVAMENTE guadagnato la maglia appesa sul soffitto del Garden.

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