martedì, aprile 23, 2013

NBA Awards 2013

Il Maurice Podoloff Trophy.
Defensive Player of the Year - Larry Sanders
Nell'umile opinione di chi scrive, uno dei segreti dei Milwaukee Bucks: stoppa (2.83 BPG, secondo della Lega), prende rimbalzi (9.5, dodicesimo in NBA, giocando solo 27 minuti a partita).  Togliete Sanders ai Bucks e altro che ottavo posto ad Est...

Most Improved Player - Omer Asik
A Chicago era una mezza ciofeca (facciamo anche tre quarti), si è trasferito a Houston ed è diventato uomo da doppia-doppia di media e terzo miglior rimbalzista della Lega. Per lo stesso motivo avrei potuto indicare Nikola Vucevic (che tra l'altro ha tirato giù 29 rimbalzi in una sera, scusate del poco), ma lì si sapeva che c'era del talento, qui magari c'era qualche dubbio in più.

6th man of the year - Kevin Martin
Ero tentato di dire Ray Allen, ma per il secondo anno consecutivo il voto va al Sesto di OKC, perché è riuscito a non far rimpiangere la partenza di Harden, e perché ha messo insieme cifre di notevole concretezza. A 30 anni, con 9 stagioni alle spalle e una media di quasi 18 ppg in carriera, possiamo cominciare a parlare di lui come di uno dei più sottovalutati della Lega?

Coach of the Year -  George Karl
Avrei potuto dire Spoelstra, perché ha fatto rendere gli Heat come avrebbero dovuto, soprattutto nella celebre striscia delle 27 W consecutive che sono oggettivamente tantine. Ma alzi la mano chi avrebbe immaginato i Nuggets al terzo posto ad Ovest, con un record di 57-25 e una striscia di 15 W di fila. Paragonando i due roster, direi che il premio a Karl non è certo una bestemmia.

MVP - LeBron James
E che volete che vi dica?

Rookie of the Year - Damian Lillard
Non è facile giudicare a priori un giocatore che viene da Weber State, perché in una realtà del genere è facile mettere insieme dei gran numeri, se appena appena sei un giocatore sopra la media.  Ma Lillard è stato "Rookie of the month" per tutti i months ad Ovest. Peccato che i Blazers, ecco, siano andati lontanucci dai playoff, ma il futuro di Portland, con lui e Aldridge, sembra un po' meno oscuro.

Primo quintetto NBA - Kobe Bryant, Kevin Durant, LeBron James, Carmelo Anthony, LaMarcus Aldridge
No, dico, mica ci saranno dei dubbi, al riguardo? L'esclusione di Superman Dwight Howard è figlia della brutta stagione dei Lakers (due gialloviola nel primo quintetto proprio non ci potevano stare), per il resto è uno dei primi quintetti più scontati di sempre.

Secondo quintetto - James Harden, Dwyane Wade, J.R. Smith, Chris Bosh, Dwight Howard
Il Barba conferma quanto detto lo scorso anno, e cioè che anche a OKC era un sesto uomo solo per modo di dire. Wade  e Bosh si, perché le 66 W di Miami non sono solo merito di LBJ, J.R. Smith perché è il segreto dietro alla grande stagione dei Knicks, e Superman perché comunque le sue cifre, in una Lega dove scarseggiano i centri puri, le ha comunque messe insieme.

Terzo quintetto - Chris Paul, Stephen Curry, Paul George,Kevin Garnett, DeMarcus Cousins
Il play non ve lo sto neanche a spiegare. Curry si è confermato quello che si sapeva dal college, cioè un giocatore forte per davvero, oltre che autore del massimo di punti stagionale a quota 54. Paul George ci sta perché è stato il migliore dei Pacers in una stagione in cui Indiana si è confermata a livelli che difficilmente erano prevedibili solo un paio d'anni fa, Garnett perché dovrebbero fare dei DVD con la sua faccia sopra e intitolarli "gioca con intensità", per Cousins vale un po' il discorso fatto prima per Howard.

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