venerdì, settembre 22, 2017

"It's time to dig another one"

Ci sono cose nella vita che trascendono lo sport, il tifo, il campanilismo, l'appartenenza, la tecnica, l'atletismo, il valore sportivo, tutto.
Tutto.

Sono venuto a sapere dell'iniziativa di Riccardo Callara solo ieri, vedendo alcuni post rimbalzare nel mondo dei social network. E il primo pensiero è stato "questa è una roba così bella che devo aiutarlo in qualche modo", e anche se Montecatini non è troppo lontano, e anche se io mastico basket da vent'anni, più indirettamente che direttamente a dire il vero, non credo di poter avere nulla da fare per, che ne so, migliorare la tecnica, motivarlo, cose così.



E allora mi sono detto che dovevo scrivere questo post, mettere in fila un po' di parole in modo non troppo convenzionale, perché tutti devono, dovrebbero, dovranno sapere che il mondo è anche un posto bello. Perché quello che ha progettato Riccardo è una cosa di quelle che ti rimettono in pace con il genere umano, e non solo con i personaggi sportivi, proprio con la razza umana tutta. 

"Sì, ma che ha fatto questo qua?" direte voi. Ah già, perché giustamente uno può anche non saperlo.

Bene, questo è il suo post



Ecco, io su questo tema sono parecchio sensibile, per motivi personali che poco o nulla hanno a che fare con la pallacanestro giocata. Ora, poiché ci tengo che se proprio non riuscite a leggere tutto il pezzo, almeno vi si conficchi in testa questa parte, ve la scrivo con un carattere più grande:  seguite l'account Twitter dell'iniziativa e cercate sui social l'hashtag #triplaperilcancro .

Insomma, io di questa cosa volevo saperne un po' di più, e così ho mandato una mail a Riccardo, gli ho fatto qualche domanda per capire un po' meglio la persona oltre al giocatore di basket, e sinceramente l'impressione che ne ho ricavato sia quella di un ragazzo a posto, che davvero ha deciso di fare questa cosa che avete appena letto con spirito sincero e col cuore in mano.  Un atleta che cerca sinceramente, nel suo piccolo, di essere di esempio per i più giovani, che ha come modelli cestistici Drazen Petrovic e Kobe Bryant, che spera di continuare con questo progetto, magari ampliandolo in altre direzioni.  Un cestista che quando la mette da tre punti cerca di trovare il suo posto nel mondo, io non riesco ad immaginare niente di più autentico, romantico, fantastico.  
La Toscana, si sa, è la terra del campanilismo, per cui io non sono mai stato un tifoso di Montecatini, essendo aretino. Però da oggi lo sarò, un po'. Per Riccardo, perché quello che ha fatto lui sia di sprone ad altri atleti, ai tifosi, ai dirigenti, a tutti quelli che invece faticano a trovarlo, questo posto nel mondo, a tutti quelli che ogni tanto hanno bisogno di ricordarsi che noi viviamo in un pezzettino privilegiato del pianeta, e che quindi dovremmo essere i primi a fare dei gesti, a volte simbolici a volte concreti, per migliorare il mondo.  E - incredibile ma vero - per ora i fenomeni che imperversano su internet si sono tenuti alla larga da Riccardo, non c'è stato nessuno che ha fatto un post per distinguersi, per dire che lui non avrebbe fatto così ma cosà e bla bla bla.  Io temo che siano sempre in agguato, e in una certa misura va anche messo in conto, temo, in un mondo come quello di oggi. E allora io a Riccardo mi sento di dire questo:  se dovesse saltar fuori qualcuno di questi leoni da tastiera, tieni a mente la lezione di LeBron James, "haters gonna hate", e sparagli una tripla in faccia. Ciuff, solo rete. Sarai più leggero di dieci euro, ma con il cuore contento.

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