Se a tredici, dico tredici anni coach Frates ti viene a dire: “Nicolò, domani fai i compiti perché domenica ti porto in panchina”, e la tua squadra gioca in serie A (niente a che fare con la ridicola situazione della Martos Napoli), beh, qualcosa di speciale ce l’hai. Quel giorno di sei anni fa, Nicolò Melli non mise piede in campo, ma tutti si ricordarono di quel bambino, che già superava il metro e novanta, e che a Reggio erano già pronti a giurare avrebbe oscurato persino la stella di Gianluca Basile. Anche l’Adidas se ne accorse, offrendogli un contratto di sponsorizzazione a soli 15 anni.
Ora quel bambino è quasi un uomo, e in sole tre stagioni in prima squadra si sta segnalando come il miglior prospetto italiano in circolazione. Il grande pubblico, occupato ad annoiarsi vedendo Siena dominare (esclusi i senesi ovviamente), non sembra accorgersene, ma tra gli addetti ai lavori e i frequentatori della Legadue Melli è il futuro, e forse anche il presente del basket italiano. La scorsa stagione, 18 anni da compiere, coach Recalcati lo chiamò per il suo primo raduno azzurro. Charlie era lì a vederlo anche quando in una notte d’autunno vinse praticamente da solo la sfida con Varese, la miglior squadra della Legadue: 24 punti e 6 rimbalzi e 3 assist, per un simpatico 38 di valutazione. A marcarlo c’era un certo Giacomo Galanda. Poi…poi la gara seguente il legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro è saltato, interrompendo proprio sul più bello la stagione del Golden Boy reggiano.
Passa l’estate, Melli lavora come un pazzo, mette su muscoli e tanta, tanta voglia di basket. Questo è un anno importante per Nicolò: c’è la maturità classica (ha una media superiore all’8), una serie A da provare a conquistare e…un’opzione per uscire dal contratto che lo lega a Reggio valida per chi sia disposto a sborsare 250.000 euro. Olimpia Milano, Virtus Bologna ma anche Cska e Barça, tante squadre hanno fatto sapere di essere interessate. E non solo in Europa…
Già, perché domenica scorsa, ad assistere a Trenkwalder Reggio Emilia-Snaidero Udine c’era un signore con i capelli grigi alla Pat Riley, gli occhiali neri e un paio di occhi intelligenti che osservavano con attenzione il numero 9 biancorosso. Era Maurizio Gherardini. Approfittando della pausa dell’all star game, il vicepresidente e general manager dei Toronto Raptors ha preso un volo per l’Italia, e dopo esser passato nella Marca Trevigiana, è sceso in Emilia per dare un’occhiata a…beh, non certo a Frosini, nonostante stia giocando una stagione meravigliosa. E quindi? Melli ai Raptors assieme a Bargnani e Belinelli per formare una piccola colonia azzurra in terra canadese?
Difficile, se non impossibile, almeno per ora, per una lunga serie di motivi. In primis, Melli non è pronto per la Nba. Un 2.06 bianco ed europeo, per quanto duramente difenda, nonostante la grande elevazione e la straordinaria capacità di andare a rimbalzo, può giocare solo da ala piccola; alla Gallinari per intenderci, proprio il giocatore a cui Melli guarda con maggior ammirazione. Melli però non è, almeno al momento, un'ala piccola, ma un quattro a tutti gli effetti. Probabilmente non c’è un lungo, almeno in Legadue, capace di tenere una partenza in palleggio di Nicolò. Forse ce ne sono pochi anche in serie A, ma in America le cose sono parecchio diverse. L’infortunio, se gli ha consentito di lavorare molto sulla forza fisica rendendolo una macchina da rimbalzi e un buon stoppatore, pare averlo penalizzato in quella che potrebbe e dovrebbe essere la sua caratteristica più appetibile per il basket Usa e per i Raptors in particolare: il tiro da tre punti, che quest’anno gli sta mancando. In generale le cose migliori le sta facendo vedere vicino a canestro: in Italia, sicuramente in serie A e probabilmente anche in Europa, avrebbe molte opportunità di fare bene fin da ora, o almeno di confrontarsi con un gioco più fisico e stimolante. Ricordiamoci che il ragazzo ha solo 19 anni, e che sia il Mago che il Gallo hanno disputato due stagioni ad alti livelli, di cui almeno una in Eurolega per farsi le ossa prima di partire per l’America. Ma certo, anche solo tra due-tre anni le cose potrebbero essere differenti…
L’opinione di qualcuno che vede Melli giocare ogni settimana da due anni e mezzo. Melli ha il talento per prendere un aereo per NY il giorno del draft, e non per fare il turista come il buon Gigli. Altra pasta. Non quest’anno, nemmeno il prossimo, ma già alla fine della seconda stagione in una squadra come Milano potrebbe pensarci seriamente. Melli è un rimbalzista migliore di Bargnani (e va beh…) e di Gallinari, e soprattutto è molto più “lungo” di loro. Bargnani è stato cresciuto e quasi obbligato a stare fuori dall’arco, costruendo le sue fortune con il tiro da tre e con le partenze in palleggio. Il talento puro in lui è probabilmente maggiore della sua “conoscenza cestistica”. Gallinari è un esterno, che con gli anni e i centimetri che aumentavano ha imparato anche a giocare da secondo lungo. Sa fare tutto e ha una capacità di migliorare spaventosa. Ha la cattiveria e la mentalità del campione. Probabilmente il fisico lo penalizza: se avesse il corpo di Bargnani, Nowitzki avrebbe un degno rivale al titolo di miglior europeo d’America…
Melli ha una mentalità non molto differente da quella del Gallo. Paura di nulla, severissimo con sé stesso, non soffre la pressione e anzi, nei momenti delicati ha la bella abitudine di segnare i canestri vincenti. Bene vicino a canestro, non ha ancora un perfetto controllo del corpo quando va in penetrazione, anche se le sue partenze sono spettacolari. Benissimo vicino a canestro, è già uno dei migliori rimbalzisti della Legadue. In difesa è fin troppo duro per i criteri europei e cerca troppo la stoppata, cosa che per la verità gli riesce piuttosto bene .Bene dalla media, dove gli viene naturale il giro e tiro sul perno in fadeaway dai due lati del canestro. Discontinuo ai liberi, ma in crescita. Dalla distanza…eh, è qui che i dubbi si fanno più forti. Ha un tiro abbastanza lento nella preparazione, bello da vedere, ma non sempre efficace. Da quando è tornato dall’infortunio ha perso ritmo, ed è significativo che tenda a mettere i tiri che prende allo scadere, quando non deve pensare, che quelli costruiti in palleggio, arresto e tiro. Da questo fondamentale credo, dipenda il futuro a stelle e strisce e non solo, del giovane reggiano. E visti i lunghi che circolano in maglia azzurra…
Ora quel bambino è quasi un uomo, e in sole tre stagioni in prima squadra si sta segnalando come il miglior prospetto italiano in circolazione. Il grande pubblico, occupato ad annoiarsi vedendo Siena dominare (esclusi i senesi ovviamente), non sembra accorgersene, ma tra gli addetti ai lavori e i frequentatori della Legadue Melli è il futuro, e forse anche il presente del basket italiano. La scorsa stagione, 18 anni da compiere, coach Recalcati lo chiamò per il suo primo raduno azzurro. Charlie era lì a vederlo anche quando in una notte d’autunno vinse praticamente da solo la sfida con Varese, la miglior squadra della Legadue: 24 punti e 6 rimbalzi e 3 assist, per un simpatico 38 di valutazione. A marcarlo c’era un certo Giacomo Galanda. Poi…poi la gara seguente il legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro è saltato, interrompendo proprio sul più bello la stagione del Golden Boy reggiano.
Passa l’estate, Melli lavora come un pazzo, mette su muscoli e tanta, tanta voglia di basket. Questo è un anno importante per Nicolò: c’è la maturità classica (ha una media superiore all’8), una serie A da provare a conquistare e…un’opzione per uscire dal contratto che lo lega a Reggio valida per chi sia disposto a sborsare 250.000 euro. Olimpia Milano, Virtus Bologna ma anche Cska e Barça, tante squadre hanno fatto sapere di essere interessate. E non solo in Europa…
Già, perché domenica scorsa, ad assistere a Trenkwalder Reggio Emilia-Snaidero Udine c’era un signore con i capelli grigi alla Pat Riley, gli occhiali neri e un paio di occhi intelligenti che osservavano con attenzione il numero 9 biancorosso. Era Maurizio Gherardini. Approfittando della pausa dell’all star game, il vicepresidente e general manager dei Toronto Raptors ha preso un volo per l’Italia, e dopo esser passato nella Marca Trevigiana, è sceso in Emilia per dare un’occhiata a…beh, non certo a Frosini, nonostante stia giocando una stagione meravigliosa. E quindi? Melli ai Raptors assieme a Bargnani e Belinelli per formare una piccola colonia azzurra in terra canadese?
Difficile, se non impossibile, almeno per ora, per una lunga serie di motivi. In primis, Melli non è pronto per la Nba. Un 2.06 bianco ed europeo, per quanto duramente difenda, nonostante la grande elevazione e la straordinaria capacità di andare a rimbalzo, può giocare solo da ala piccola; alla Gallinari per intenderci, proprio il giocatore a cui Melli guarda con maggior ammirazione. Melli però non è, almeno al momento, un'ala piccola, ma un quattro a tutti gli effetti. Probabilmente non c’è un lungo, almeno in Legadue, capace di tenere una partenza in palleggio di Nicolò. Forse ce ne sono pochi anche in serie A, ma in America le cose sono parecchio diverse. L’infortunio, se gli ha consentito di lavorare molto sulla forza fisica rendendolo una macchina da rimbalzi e un buon stoppatore, pare averlo penalizzato in quella che potrebbe e dovrebbe essere la sua caratteristica più appetibile per il basket Usa e per i Raptors in particolare: il tiro da tre punti, che quest’anno gli sta mancando. In generale le cose migliori le sta facendo vedere vicino a canestro: in Italia, sicuramente in serie A e probabilmente anche in Europa, avrebbe molte opportunità di fare bene fin da ora, o almeno di confrontarsi con un gioco più fisico e stimolante. Ricordiamoci che il ragazzo ha solo 19 anni, e che sia il Mago che il Gallo hanno disputato due stagioni ad alti livelli, di cui almeno una in Eurolega per farsi le ossa prima di partire per l’America. Ma certo, anche solo tra due-tre anni le cose potrebbero essere differenti…
L’opinione di qualcuno che vede Melli giocare ogni settimana da due anni e mezzo. Melli ha il talento per prendere un aereo per NY il giorno del draft, e non per fare il turista come il buon Gigli. Altra pasta. Non quest’anno, nemmeno il prossimo, ma già alla fine della seconda stagione in una squadra come Milano potrebbe pensarci seriamente. Melli è un rimbalzista migliore di Bargnani (e va beh…) e di Gallinari, e soprattutto è molto più “lungo” di loro. Bargnani è stato cresciuto e quasi obbligato a stare fuori dall’arco, costruendo le sue fortune con il tiro da tre e con le partenze in palleggio. Il talento puro in lui è probabilmente maggiore della sua “conoscenza cestistica”. Gallinari è un esterno, che con gli anni e i centimetri che aumentavano ha imparato anche a giocare da secondo lungo. Sa fare tutto e ha una capacità di migliorare spaventosa. Ha la cattiveria e la mentalità del campione. Probabilmente il fisico lo penalizza: se avesse il corpo di Bargnani, Nowitzki avrebbe un degno rivale al titolo di miglior europeo d’America…
Melli ha una mentalità non molto differente da quella del Gallo. Paura di nulla, severissimo con sé stesso, non soffre la pressione e anzi, nei momenti delicati ha la bella abitudine di segnare i canestri vincenti. Bene vicino a canestro, non ha ancora un perfetto controllo del corpo quando va in penetrazione, anche se le sue partenze sono spettacolari. Benissimo vicino a canestro, è già uno dei migliori rimbalzisti della Legadue. In difesa è fin troppo duro per i criteri europei e cerca troppo la stoppata, cosa che per la verità gli riesce piuttosto bene .Bene dalla media, dove gli viene naturale il giro e tiro sul perno in fadeaway dai due lati del canestro. Discontinuo ai liberi, ma in crescita. Dalla distanza…eh, è qui che i dubbi si fanno più forti. Ha un tiro abbastanza lento nella preparazione, bello da vedere, ma non sempre efficace. Da quando è tornato dall’infortunio ha perso ritmo, ed è significativo che tenda a mettere i tiri che prende allo scadere, quando non deve pensare, che quelli costruiti in palleggio, arresto e tiro. Da questo fondamentale credo, dipenda il futuro a stelle e strisce e non solo, del giovane reggiano. E visti i lunghi che circolano in maglia azzurra…
2 commenti:
Ben arrivato al nuovo acquisto di basket city... Magari in futuro lo si potrebbe pure provare ad intervistare, Melli... ;) Comunque per ora complimentoni, bel pezzo!
Welcome to the family!
Bell'articolo, complimenti!
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