Siamo dunque arrivati all'atto finale dei quattro regionals, alle gare che valgono il biglietto per Indianapolis, culla del basket in generale e delle Final Four 2010 in particolare. Tutte e otto le squadre arrivate fino a qui hanno dimostrato, sia pur con cammini diversi, di essere toste, e un po' dispiace che per quattro di loro il cammino si sia concluso. Ma è la dura legge del torneo NCAA, nonché uno dei segreti del suo successo. Ovviamente, in linea con gli altri tre turni di questa stagione, ci sono state delle sorprese. Vediamo più da vicino chi ha tenuto fede ai pronostici e chi no.
East regional: Kentucky (1) - West Virginia (2) 66-73
Avevamo detto che contro Cornell UK non aveva giocato questo gran partitone dal punto di vista offensivo, e che comunque questo gli era bastato per vincere agevolmente, tenendo gli avversari a 45 punti. Avevamo anche detto, fin dal primo turno, che West Virginia era l'unica probabilmente in grado di tenere testa ai Wildcats, anche perché quando si diventa campioni della Big East, la conference che negli ultimi anni è stata sempre giudicata la più competitiva di tutta l'NCAA, non può mai essere un caso. Detto, fatto. O se preferite, "signori, l'upset è servito". I Mountaineers tengono i ragazzi di Calipari ad un modestissimo 34% dal campo, li costringono a sparacchiare da tre piuttosto a salve (4-32 dalla lunga), limitano i danni a rimbalzo e forzano 16 palle perse. Come se non bastasse, Kentucky ci mette del suo con un modesto 16-29 di squadra ai tiri liberi, e nonostante la buonissima partita di Wall (19 + 9 rimbalzi + 5 assist) e le prove di sostanza di Cousins (15 + 8 rimbalzi) e Patterson (8 punti e 13 rimbalzi) se ne va a casa. Dal canto suo, West Virginia (unica rimasta delle otto squadre della Big East approdate al torneo) tira un pochino meglio dal campo e dalla lunetta, soprattutto ha buona mira da tre punti (43.5%) e ha un attacco equilibrato, mandandone quattro in doppia cifra. Su tutti spicca ancora una volta Da'Sean Butler, 18 punti e 6 rimbalzi seppur con un modesto 0-7 da due punti, ma anche Jones ed Ebanks offrono una prova tutta sostanza, e la sorpresa Joe Mazzulla, alla sua prima partenza in quintetto della stagione, decide che è giunto il momento di ritoccare il career-high a quota 17. Per i patiti delle statistiche, l'ultimo viaggio alle Final Four di West Virginia era datato 1959, star della squadra un certo Jerry West...
Midwest regional: Michigan State (5) - Tennessee (6) 70-69
Ancora tu? Tom Izzo, il coach alla guida degli Spartans dal 1995, sicuramente non conosce Lucio Battisti, ma di sicuro si intende di sorprese. Il suo viaggio alle Final Four, infatti, è il sesto negli ultimi 12 anni, il secondo consecutivo dopo la sfortunata spedizione dello scorso anno. Nonostante l'infortunio di Kalin Lucas, i biancoverdi riescono a superare all'ultimo guizzo i Tennessee Volunteers grazie ad un tiro libero di Raymar Morgan a meno di due secondi dalla fine, e al mezzo pasticcio che ha obbligato Prince a tentare il tiro della vittoria da metà campo. Il fatto che Kalin Lucas non ci sarà per le Final Four (rottura del tendine d'Achille per lui) potrebbe essere ovviamente un limite per gli Spartans, che comunque sono abituati a giocare e gestire al meglio gare ad alta tensione agonistica. Nonostante i proclami di Tom Izzo, però, stavolta Michigan State non ha giocato la "solita" gara in difesa, concedendo il 51% dal campo a Tennessee, perdendo 24-23 la sfida sotto le plance. Ma la gran gara di Summers (21 con 8-10 dal campo), la prestazione "da senior" di Raymar Morgan (13 + 10 rimbalzi) e il contributo dalla panchina di Draymond Green (13 punti) sono state sufficienti ad eliminare Tennessee, che ha giocato un basket molto equilibrato (in sette a referto, tutti tra i 7 e i 13 punti), ma a cui è mancato quel guizzo che avrebbe potuto, nel finale, fare la differenza.
South regional: Duke (1) - Baylor (3) 78-71
Già me lo vedo, coach K che si toglie i sassolini dalle scarpe. Assente non troppo giustificato dalle Final Four dal 2004, ci torna alla grande proprio nell'anno in cui i suoi storici rivali, i North Carolina Tar Heels, si sono sì qualificati per le Final Four, ma dell'NIT, il torneo di consolazione. E ci torna - unica testa di serie numero 1 sopravvissuta, quindi logica favorita - alla grande, avendo giocato in tutto il torneo un basket molto "di sostanza", e allo stesso tempo tirando fuori il meglio dai singoli. Come da Nolan Smith, immenso contro Baylor a quota 29, a cui si aggiungono i 20 di Scheyer. Ci arriva, tuttavia, con un Kyle Singler incredibilmente abulico contro i Bears (per lui 5 punti e 3 rimbalzi, con un imbarazzante 0-10 dal campo). Per la sfida contro West Virginia, che probabilmente potrebbe essere la vera finale del torneo, servirà anche lui. Arrivano a Indianapolis, i Blue Devils, nonostante la fiera opposizione di Baylor, che tiene botta a rimbalzo (35-41 per Duke), tira meglio dal campo e ne manda quattro in doppia cifra, e infatti chiude il primo tempo avanti di tre lunghezze, e tenendo la gara in equilibrio fino al 61-61, quando due triple di Smith e Scheyer spezzano in due la partita e regalano a Mike Krzyzewski il suo undicesimo viaggio alle Final Four da quando è alla guida di Duke. Scusate se è poco. Comunque da tenere d'occhio, sponda Baylor, l'immenso LaceDarius Dunn (19.6 ppg quest'anno, sempre sopra i 22 nelle ultime tre apparizioni). Se vi serve una guardia, prendete nota.
West regional: Kansas State (2) - Butler (5) 56-63
Avevamo detto che contro Cornell UK non aveva giocato questo gran partitone dal punto di vista offensivo, e che comunque questo gli era bastato per vincere agevolmente, tenendo gli avversari a 45 punti. Avevamo anche detto, fin dal primo turno, che West Virginia era l'unica probabilmente in grado di tenere testa ai Wildcats, anche perché quando si diventa campioni della Big East, la conference che negli ultimi anni è stata sempre giudicata la più competitiva di tutta l'NCAA, non può mai essere un caso. Detto, fatto. O se preferite, "signori, l'upset è servito". I Mountaineers tengono i ragazzi di Calipari ad un modestissimo 34% dal campo, li costringono a sparacchiare da tre piuttosto a salve (4-32 dalla lunga), limitano i danni a rimbalzo e forzano 16 palle perse. Come se non bastasse, Kentucky ci mette del suo con un modesto 16-29 di squadra ai tiri liberi, e nonostante la buonissima partita di Wall (19 + 9 rimbalzi + 5 assist) e le prove di sostanza di Cousins (15 + 8 rimbalzi) e Patterson (8 punti e 13 rimbalzi) se ne va a casa. Dal canto suo, West Virginia (unica rimasta delle otto squadre della Big East approdate al torneo) tira un pochino meglio dal campo e dalla lunetta, soprattutto ha buona mira da tre punti (43.5%) e ha un attacco equilibrato, mandandone quattro in doppia cifra. Su tutti spicca ancora una volta Da'Sean Butler, 18 punti e 6 rimbalzi seppur con un modesto 0-7 da due punti, ma anche Jones ed Ebanks offrono una prova tutta sostanza, e la sorpresa Joe Mazzulla, alla sua prima partenza in quintetto della stagione, decide che è giunto il momento di ritoccare il career-high a quota 17. Per i patiti delle statistiche, l'ultimo viaggio alle Final Four di West Virginia era datato 1959, star della squadra un certo Jerry West...
Midwest regional: Michigan State (5) - Tennessee (6) 70-69
Ancora tu? Tom Izzo, il coach alla guida degli Spartans dal 1995, sicuramente non conosce Lucio Battisti, ma di sicuro si intende di sorprese. Il suo viaggio alle Final Four, infatti, è il sesto negli ultimi 12 anni, il secondo consecutivo dopo la sfortunata spedizione dello scorso anno. Nonostante l'infortunio di Kalin Lucas, i biancoverdi riescono a superare all'ultimo guizzo i Tennessee Volunteers grazie ad un tiro libero di Raymar Morgan a meno di due secondi dalla fine, e al mezzo pasticcio che ha obbligato Prince a tentare il tiro della vittoria da metà campo. Il fatto che Kalin Lucas non ci sarà per le Final Four (rottura del tendine d'Achille per lui) potrebbe essere ovviamente un limite per gli Spartans, che comunque sono abituati a giocare e gestire al meglio gare ad alta tensione agonistica. Nonostante i proclami di Tom Izzo, però, stavolta Michigan State non ha giocato la "solita" gara in difesa, concedendo il 51% dal campo a Tennessee, perdendo 24-23 la sfida sotto le plance. Ma la gran gara di Summers (21 con 8-10 dal campo), la prestazione "da senior" di Raymar Morgan (13 + 10 rimbalzi) e il contributo dalla panchina di Draymond Green (13 punti) sono state sufficienti ad eliminare Tennessee, che ha giocato un basket molto equilibrato (in sette a referto, tutti tra i 7 e i 13 punti), ma a cui è mancato quel guizzo che avrebbe potuto, nel finale, fare la differenza.
South regional: Duke (1) - Baylor (3) 78-71
Già me lo vedo, coach K che si toglie i sassolini dalle scarpe. Assente non troppo giustificato dalle Final Four dal 2004, ci torna alla grande proprio nell'anno in cui i suoi storici rivali, i North Carolina Tar Heels, si sono sì qualificati per le Final Four, ma dell'NIT, il torneo di consolazione. E ci torna - unica testa di serie numero 1 sopravvissuta, quindi logica favorita - alla grande, avendo giocato in tutto il torneo un basket molto "di sostanza", e allo stesso tempo tirando fuori il meglio dai singoli. Come da Nolan Smith, immenso contro Baylor a quota 29, a cui si aggiungono i 20 di Scheyer. Ci arriva, tuttavia, con un Kyle Singler incredibilmente abulico contro i Bears (per lui 5 punti e 3 rimbalzi, con un imbarazzante 0-10 dal campo). Per la sfida contro West Virginia, che probabilmente potrebbe essere la vera finale del torneo, servirà anche lui. Arrivano a Indianapolis, i Blue Devils, nonostante la fiera opposizione di Baylor, che tiene botta a rimbalzo (35-41 per Duke), tira meglio dal campo e ne manda quattro in doppia cifra, e infatti chiude il primo tempo avanti di tre lunghezze, e tenendo la gara in equilibrio fino al 61-61, quando due triple di Smith e Scheyer spezzano in due la partita e regalano a Mike Krzyzewski il suo undicesimo viaggio alle Final Four da quando è alla guida di Duke. Scusate se è poco. Comunque da tenere d'occhio, sponda Baylor, l'immenso LaceDarius Dunn (19.6 ppg quest'anno, sempre sopra i 22 nelle ultime tre apparizioni). Se vi serve una guardia, prendete nota.
West regional: Kansas State (2) - Butler (5) 56-63
Anche qui, in teoria, si potrebbe parlare di upset, anche se i Wildcats di Kansas State hanno delle attenuanti ben più sostanziose di quelli di Kentucky. Innanzitutto, l'essere scesi in campo a sole 48 ore di distanza dalla maratona del doppio overtime contro Xavier. Poi, il fatto di trovarsi di fronte una Butler gasatissima dall'eliminazione della numero 1 del regional, i Syracuse Orange, e dalla prospettiva di andarsi a giocare le prime Final Four della propria storia a casa, a Indianapolis, liberandosi una volta per tutte dell'etichetta di "fratelli poveri" dei derelitti Indiana Hoosiers. Non può essere un caso, insomma, se questi qua hanno vinto tutte e 18 le partite della loro conference e hanno una serie aperta di 24 - con questa - vittorie. E infatti i Bulldogs tirano meglio dal campo (45.7% contro 38.6%), vincono la sfida a rimbalzo (41-29) e hanno un immenso Gordon Hayward, numero uno del match alla voce punti (22) e rimbalzi (9). Così, le 20 palle perse dei Bulldogs contano solo fino a un certo punto, così come i 18 punti di Clemente (tra cui la tripla che aveva portato Kansas State sul 52-51 con 4'48" da giocare), i 14 di Kelly e di Pullen. Butler è stata - ovviamente - più lucida nel finale, e va meritatamente a giocarsi l'accesso alla finale nazionale contro Michigan State. Tutto sommato, l'Indiana è sempre "basket state"...
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Sono Daniele Donati, blogger, copywriter e webwriter.
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