Come era successo per i primi due turni, anche questo terzo round del torneo NCAA 2010 non è stato certo esente da sorprese. Ovviamente sono state in minor numero, essendo solo otto le gare disputate, ma non per questo meno "col botto". Anche perché la posta in gioco cominciava a diventare veramente alta (giova ricordarlo che in questo campionato giocano solo ragazzi al di sotto dei 22 anni), e la tensione in gare dentro o fuori sale a mille. Ma è sicuramente anche questo, il bello della March Madness. Al termine di questo turno, dunque, abbiamo saputo quali sono le otto squadre che si giocheranno l'accesso alle Final Four, o, come dicono negli States, le Elite 8. Vediamo chi c'è, e come ci è arrivato.
East regional
Kentucky è squadra dalle mille risorse, e anche in una partita dove John Wall e Patrick Patterson hanno le polveri un po' bagnate (8 e 9 punti rispettivamente, però a referto per Wall ci sono anche 7 rimbalzi e 8 assist, e per Patterson 12 rimbalzi e 3 stoppate) ricorda a tutti gli States che c'è sempre DeMarcus Cousins (16 punti per lui, con 7-8 dal campo), e pur senza brillare offensivamente (statistiche di squadra: 44% dal campo, 61% ai liberi e un orripilante 2-16 da tre), chiude il primo tempo doppiando Cornell (32-16) e amministra senza troppi patemi d'animo, portando a casa la partita con un 62-45 abbastanza eloquente. Troverà in finale del regional West Virginia, nell'unica sfida tra le teste di serie numero 1 e numero 2 di questo torneo NCAA. I Mountaineers, infatti, fanno fuori la Cinderella Washington, 69-56, sudando le proverbiali sette camicie dopo che il primo tempo si era chiuso sul 29-27 per gli Huskies. Il gap a rimbalzo (41-25) e i 18 + 8 rimbalzi di Kevin Jones portano la trentesima vittoria stagionale a West Virginia, e adesso si va per la gara più importante...
Midwest regional
Nel regional orfano della numero 1, è difficile adesso individuare una squadra molto più forte degli altri. A tentare di mettere un po' le cose in chiaro ci pensano gli Spartans di Michigan State, per il terzo anno consecutivo alle Sweet 16, nonché vicecampioni lo scorso anno. Seppur orfani di Goran Suton, per fine carriera universitaria, e di Kalin Lucas (per infortunio, rimediato contro Maryland), i ragazzi di coach Tom Izzo hanno tutte le intenzioni di riprovarci, e non si lasciano impressionare dalla squadra che ha stupito tutti nei primi due turni. Ali Farokhmanesh non è quello dei primi due turni, ma un po' tutta Northern Iowa sembra girare a vuoto, subendo gli Spartans in attacco (38.6% dal campo), a rimbalzo (20-31 il bilancio di squadra), e più in generale mostrando un po' di fiato corto. Così, dopo un primo tempo incoraggiante per i Panthers (29-22), Michigan State assume il comando delle operazioni e non lo lascia più (59-52 il finale, Durrell Summers 19+ 7 rimbalzi). Arrivano alla finale di questo regional anche i Tennessee Volunteers, che eliminano una Ohio State a corto di panchina (solo sette uomini a referto, 25 minuti totali per le due riserve entrate in campo) e che subisce nel secondo tempo la rimonta dei ragazzi di coach Pearl. Per loro sarà la prima apparizione nelle Elite 8, e se la sono guadagnata con una gran gara di squadra, con cinque giocatori sopra i 9 punti, tra i quali svetta Wayne Chism, in doppia doppia a quota 22+11 rimbalzi. Dall'altra parte, non bastano i "soliti" Turner (31 punti, 7 rimbalzi, 5 assist) e Buford (15 e 4 rimbalzi): il resto della squadra è entrato in apnea nel secondo tempo, soffrendo a rimbalzo Tennessee (36-23) ma arrivando a giocarsela fino all'ultimo possesso, dove la stoppata di JP Prince ha negato a Turner la possibile tripla del pareggio.
South regional
Duke si sbarazza anche di Purdue, dopo un primo tempo molto equilibrato, grazie al terzetto Singler-Scheyer-Smith. Ai Boilermakers non basta la produzione offensiva dei soli Johnson (23) e Moore (18), il resto della squadra non vede quasi mai il canestro, e questo in una gara contro i Blue Devils risulta ovviamente fatale. Inoltre, come se non bastasse, i ragazzi di Coach K doppiano gli avversari nel bilancio dei rimbalzi (45-22), e pur perdendo la bellezza di 14 palloni contro i soli 4 degli avversari, prendono il largo nella seconda frazione fino al 70-57 finale. Mica male, per una squadra che aveva superato le sweet 16 solo una volta nelle ultime dieci stagioni. Di fronte si troveranno i Baylor Bears, che asfaltano l'altra Cinderella St. Mary's infliggendogli un pesantissimo 46-17 già alla fine della prima frazione, solo in minima parte mitigato dal risultato finale di 72-49. Per i Gaels, capaci di eliminare Villanova, bene il solito Samhan (15 e 9 rimbalzi) e Ben Allen, 16 + 7 rimbalzi, in un contesto di squadra piuttosto disastroso rispetto alle prime due uscite (35% dal campo, 25-37 il conto dei rimbalzi). Baylor avrà l'indubbio vantaggio di aver potuto fare rifiatare per qualche minuto i titolari, quando si presenterà alla sfida contro Duke, apparsa comunque fin qui una delle squadre più solide del torneo. Gli scout NBA, comunque, hanno annotato il nome di LaceDarius Dunn, 23 punti che fanno il paio con i 26 contro Old Dominion.
Kentucky è squadra dalle mille risorse, e anche in una partita dove John Wall e Patrick Patterson hanno le polveri un po' bagnate (8 e 9 punti rispettivamente, però a referto per Wall ci sono anche 7 rimbalzi e 8 assist, e per Patterson 12 rimbalzi e 3 stoppate) ricorda a tutti gli States che c'è sempre DeMarcus Cousins (16 punti per lui, con 7-8 dal campo), e pur senza brillare offensivamente (statistiche di squadra: 44% dal campo, 61% ai liberi e un orripilante 2-16 da tre), chiude il primo tempo doppiando Cornell (32-16) e amministra senza troppi patemi d'animo, portando a casa la partita con un 62-45 abbastanza eloquente. Troverà in finale del regional West Virginia, nell'unica sfida tra le teste di serie numero 1 e numero 2 di questo torneo NCAA. I Mountaineers, infatti, fanno fuori la Cinderella Washington, 69-56, sudando le proverbiali sette camicie dopo che il primo tempo si era chiuso sul 29-27 per gli Huskies. Il gap a rimbalzo (41-25) e i 18 + 8 rimbalzi di Kevin Jones portano la trentesima vittoria stagionale a West Virginia, e adesso si va per la gara più importante...
Midwest regional
Nel regional orfano della numero 1, è difficile adesso individuare una squadra molto più forte degli altri. A tentare di mettere un po' le cose in chiaro ci pensano gli Spartans di Michigan State, per il terzo anno consecutivo alle Sweet 16, nonché vicecampioni lo scorso anno. Seppur orfani di Goran Suton, per fine carriera universitaria, e di Kalin Lucas (per infortunio, rimediato contro Maryland), i ragazzi di coach Tom Izzo hanno tutte le intenzioni di riprovarci, e non si lasciano impressionare dalla squadra che ha stupito tutti nei primi due turni. Ali Farokhmanesh non è quello dei primi due turni, ma un po' tutta Northern Iowa sembra girare a vuoto, subendo gli Spartans in attacco (38.6% dal campo), a rimbalzo (20-31 il bilancio di squadra), e più in generale mostrando un po' di fiato corto. Così, dopo un primo tempo incoraggiante per i Panthers (29-22), Michigan State assume il comando delle operazioni e non lo lascia più (59-52 il finale, Durrell Summers 19+ 7 rimbalzi). Arrivano alla finale di questo regional anche i Tennessee Volunteers, che eliminano una Ohio State a corto di panchina (solo sette uomini a referto, 25 minuti totali per le due riserve entrate in campo) e che subisce nel secondo tempo la rimonta dei ragazzi di coach Pearl. Per loro sarà la prima apparizione nelle Elite 8, e se la sono guadagnata con una gran gara di squadra, con cinque giocatori sopra i 9 punti, tra i quali svetta Wayne Chism, in doppia doppia a quota 22+11 rimbalzi. Dall'altra parte, non bastano i "soliti" Turner (31 punti, 7 rimbalzi, 5 assist) e Buford (15 e 4 rimbalzi): il resto della squadra è entrato in apnea nel secondo tempo, soffrendo a rimbalzo Tennessee (36-23) ma arrivando a giocarsela fino all'ultimo possesso, dove la stoppata di JP Prince ha negato a Turner la possibile tripla del pareggio.
South regional
Duke si sbarazza anche di Purdue, dopo un primo tempo molto equilibrato, grazie al terzetto Singler-Scheyer-Smith. Ai Boilermakers non basta la produzione offensiva dei soli Johnson (23) e Moore (18), il resto della squadra non vede quasi mai il canestro, e questo in una gara contro i Blue Devils risulta ovviamente fatale. Inoltre, come se non bastasse, i ragazzi di Coach K doppiano gli avversari nel bilancio dei rimbalzi (45-22), e pur perdendo la bellezza di 14 palloni contro i soli 4 degli avversari, prendono il largo nella seconda frazione fino al 70-57 finale. Mica male, per una squadra che aveva superato le sweet 16 solo una volta nelle ultime dieci stagioni. Di fronte si troveranno i Baylor Bears, che asfaltano l'altra Cinderella St. Mary's infliggendogli un pesantissimo 46-17 già alla fine della prima frazione, solo in minima parte mitigato dal risultato finale di 72-49. Per i Gaels, capaci di eliminare Villanova, bene il solito Samhan (15 e 9 rimbalzi) e Ben Allen, 16 + 7 rimbalzi, in un contesto di squadra piuttosto disastroso rispetto alle prime due uscite (35% dal campo, 25-37 il conto dei rimbalzi). Baylor avrà l'indubbio vantaggio di aver potuto fare rifiatare per qualche minuto i titolari, quando si presenterà alla sfida contro Duke, apparsa comunque fin qui una delle squadre più solide del torneo. Gli scout NBA, comunque, hanno annotato il nome di LaceDarius Dunn, 23 punti che fanno il paio con i 26 contro Old Dominion.
West regional
Salta un'altra testa di serie numero 1, i Syracuse Orange, con enorme dispiacere dell'estensore del presente articolo. Sinceramente, i Butler Bulldogs non mi erano sembrati fin qui dei fulmini di guerra, ma contro i ragazzi di Jim Boeheim hanno giocato una partita impeccabile, scappando via nei momenti che contavano, ovvero a inizio partita, costringendo Syracuse a uno sforzo notevole per rimontare, e nel finale, quando gli Orange per la prima volta sono andati sul +4 (54-50 con 5'23" da giocare), chiudendo la gara con un parziale di 13-5, tenendo gli avversari senza segnare per quasi 5 minuti. Tutto questo nonostante Syracuse abbia tirato meglio dal campo (43,8% contro 40,4%) e abbia preso più rimbalzi (33-27), perdendo però 18 palloni contro i soli 7 di Butler, che ne ha anche recuperati 13 contro le misere 4 steals di Syracuse. Per gli Orange ha pesato il fatto di giocare praticamente in sei, peraltro con un Triche molto sotto tono rispetto ai primi due turni. Butler si troverà ad affrontare nella finale del regional la testa di serie numero 2, Kansas State, che dimostra di non aver sofferto troppo la partenza di Beasley la scorsa estate, anche se ha avuto bisogno di due supplementari per eliminare Xavier (101-96) al termine di una partita sempre punto a punto, e potrebbe presentarsi alla gara che vale l'accesso alle Final Four un po' stanchina. Comunque, i Wildcats hanno fatto terminare la stagione di Jordan Crawford (32 punti contro Kansas State), fin qui uno dei migliori di tutto il torneo NCAA, grazie al trio Pullen (28), Clemente (25+5 rimbalzi+5 assist) & Kelly (21+8 rimbalzi+5 stoppate).
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