lunedì, agosto 13, 2012

Gli allenatori italiani: geni o sopravvalutati?

Negli ultimi anni, ci sono stati almeno tre allenatori italiani che, per motivi diversi, sono saliti agli onori delle cronache internazionali. Segno che, nel bene e nel male, in un modo o nell'altro, una "generazione" di coach nostrani di alto livello sta crescendo. Non saremo ancora ai livelli della ex-Jugoslavia, che in questo lavoro ha tirato fuori dei geniacci che non sfigurerebbero neanche oltreoceano (anzi, secondo chi scrive farebbero anche meglio di certi Head Coach della Lega col Jerry West Logo), ma comunque qualcosa di buono è venuto fuori, anche dopo Sandro Gamba e Cesare Rubini, due che conoscono anche quelli di Springfield. In questo mio pezzo, passerò in esame pregi e difetti di ognuno di loro.  Cominciando, ovviamente, dal più forte.

Ettore Messina
(foto di Guadalupe de la Vallina Martínez, tratta da Wikimedia Commons )


Il suo palmarès dice già un sacco di cose: 4 scudetti in Italia, altrettanti in Russia, 4 Eurolega, 7 Coppe Italia, 1 Coppa Saporta, un argento agli Europei di Basket 1997 con l'Italia, sconfitto solo dalla Jugoslavia di Zele Obradovic (che poi sarebbe uno dei geni di cui sopra), una squadra in cui militavano delle leggende del basket mondiale, tipo Danilovic, Djordjevic, Bodiroga e via discorrendo, peraltro dopo averla battuta nella fase a gironi. Ma c'è, ovviamente, anche dell'altro.

Ettore Messina è un allenatore che per molti anni è andato in controtendenza, nel basket europeo. Le sue squadre hanno sempre giocato con alte medie punti, senza mai sacrificare per questo l'aspetto difensivo. Un coach in grado di "leggere" le gare, capace di vincere anche ai 60 punti se la partita non permetteva di correre. Un allenatore che ha saputo vincere in piazze difficili, come Bologna, Treviso e Mosca, dove ha conquistato per quattro anni consecutivi l'accesso alle Final Four, vincendone due e venendo sconfitto per due volte in finale, sempre dalla sua "bestia nera" Obradovic. Capace, nella sua breve esperienza madrilena, di inimicarsi squadra e stampa pur di non snaturarsi. Il suo ingresso in NBA avviene dalla porta principale, i Los Angeles Lakers, sia pure come assistant coach. Rimpianto in tutti i luoghi in cui ha allenato, il CSKA ha fatto carte false (e messo diversi euro sul piatto) pur di riportarlo a Mosca, dove ancora il ricordo della sconfitta in finale di Eurolega 2012 brucia, e parecchio. La sensazione è che l'appuntamento con un posto da capoallenatore in NBA sia stato rimandato a data da destinarsi, ma si sa: nella vita non bisogna mai dire mai.

Sergio Scariolo
Enfant prodige delle panchine italiane, si era capito subito che avrebbe avuto un futuro quando, a soli 29 anni, vinse lo scudetto allenando la Scavolini Pesaro. Ad oggi, il suo unico scudetto in Italia, visto che nei suoi tre anni alla Fortitudo il suo miglior risultato è stato la finale persa per 3-1 contro l'Olimpia Milano nel 1996, risultato bissato quest'anno, quando a sconfiggere la "sua" Olimpia è stata la Mens Sana Siena con un secco 4-1. Gli è andata meglio in Spagna, dove i titoli sono 2, ad oggi: quello del 2000 col Real Madrid e quello del 2006 con l'Unicaja Malaga. Con la nazionale spagnola, che guida dal 2009, ha vinto due europei (2009 e 2011), ha steccato il mondiale 2010 (sesto posto da campioni uscenti), e ha ottenuto un argento olimpico, pochi giorni fa, a Londra, perdendo per 107-100 la finale contro i favoritissimi USA, in una finale forse condizionata anche dal fatto che non poteva contare sull'astro nascente della pallacanestro spagnola, quel Ricky Rubio che ha fatto vedere, nel suo primo anno tra i professionisti della NBA, che non potrà mai essere il nuovo Maravich (perché è tutto tranne che un realizzatore nato), ma che è già oggi uno dei play più forti del panorama mondiale. Però di Scariolo possiamo dire che, rispetto al succitato Messina, è meno convincente sul piano della fluidità offensiva e della gestione dei finali di partita, come testimonia il grande numero di finali perse. Parlando del presente, la sconfitta contro il Brasile all'ultima partita del primo turno, dopo essere stata avanti per quasi tutta la partita, è un po' una macchia nel curriculum del coach. Perché non avremo mai la riprova di quanto scriviamo, ma di fatto è servita ad evitare Argentina e USA fino alla finale. Perché in una partita dove sei in vantaggio dal primo minuto, se in 9 minuti di gioco ti becchi un -19 di parziale, passando da +10 a -9, e grazie a questo, GUARDA CASO ti becchi avversari più abbordabili ai quarti e in semifinale, ecco, viene un po' da pensare che tu l'abbia fatto apposta.

Simone Pianigiani
A 43 anni appena compiuti ha già vinto sei scudetti consecutivi (record di ogni epoca della Lega A) alla guida della Mens Sana Siena.  Quindi si, i risultati sono dalla sua parte. E chiarisco subito il mio punto di vista sulla questione "baskettopoli": quella squadra, lo scudetto 2008 l'avrebbe vinto lo stesso. Però fa tanta tristezza lo stesso, sapere che nella società senese nessuno voglia dare risposte al riguardo. Tornando sul piano tecnico, il giudizio su Pianigiani, che da qualche settimana è il capo allenatore del Fenerbahce, è ancora da sciogliere. Dominare il campionato italiano, quando il budget a tua disposizione è il doppio di quello degli avversari, non è sufficiente a farti considerare un grande della panchina. Soprattutto se in Eurolega rimedi delle batoste quasi ogni volta in cui ti confronti con avversarie del tuo livello (2008: fuori in semifinale contro il Maccabi dopo essere stata avanti di 18; 2009: fuori ai quarti contro il Panathinaikos 3-1; 2010: fuori alle top 16; 2011: fuori in semifinale contro il Panathinaikos; 2012: fuori ai quarti contro l'Olympiacos). Anche il rendimento come allenatore della Nazionale, finora, ha lasciato abbastanza a desiderare, con la qualificazione agli Europei 2011 sfumata in un girone dove le avversarie erano Montenegro, Israele, Finlandia e Lettonia; poi la partecipazione agli Europei stessi, con le tre stelle Bargnani, Gallinari e Belinelli per la prima volta insieme, e il misero score di una vittoria contro la Lettonia e quattro sconfitte, contro Germania, Serbia, Francia e Israele. Nonostante i sei scudetti, insomma, il verdetto su Pianigiani è ancora da scrivere. E potrebbe volerci meno tempo di quello che pensate.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Cortesemente, potresti indicare la fonte della foto di Ettore Messina (in ossequio alla licenza Creative Commons con cui è rilasciata)?

La foto è di Guadalupe de la Vallina Martínez, ed è tratta da Wikimedia Commons 8http://commons.wikimedia.org/wiki/Image:Ettore_Messina_2012.jpg?uselang=it)

Ti ringrazio,

CM

Rob ha detto...

fatto, grazie mille per la segnalazione e mi scuso per la "mancanza".

Anonimo ha detto...

Grazie a te per la correttezza, e complimenti per il blog!

CM

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
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