domenica, ottobre 22, 2023

Allen Iverson - Army of one

(pubblicato originariamente su Overtime il 7 giugno 2020)

So I’ll never say die, I’m never untrue
I’m never so high as when I’m with you
And there isn’t a fire, that I wouldn’t walk through
My army of one is going to fight for you

Raccontare Allen Iverson è impossibile, perché tutto quello che c’è da dire su Allen Iverson è già stato raccontato da qualcuno che l’ha fatto prima di me e soprattutto meglio di me. Non è possibile farlo per cifre, perché tra i trenta punti della partita d’esordio e i 13 della sua ultima apparizione in maglia Sixers sappiamo già tutto.

Non è nemmeno possibile farlo per aneddoti  perché tutti noi che amiamo la palla a spicchi abbiamo scolpiti nella mente il crossover a Michael Jordan nell’anno da rookie, AI che solleva il Maurice Podoloff Trophy, la camminata con cui scavalca Tyronn Lue nelle Finals del 2001, la conferenza stampa talkin’about practice, il premio di MVP dell’All-Star Game e where’s my coach? sappiamo già tutto. Serve un’altra chiave di lettura, chiamiamola intimistica se credete. Raccontare Allen Ezail Iverson attraverso quello che ha scaturito in una generazione di appassionati di basket.


Stupore.

Uno scricciolo di un metro e ottantatré (misurato con le scarpe, com’era in voga all’epoca) per accreditati 74 chili non può vincere in questa lega di colossi. Non può farlo, perché se sei un metro e ottanta o giù di lì ti portano in post basso anche in C gold e non c’è mismatch che tenga, se anche in attacco superi il tuo marcatore arriva il lungone in aiuto e sono dolori. Figurarsi vincere quattro titoli come miglior realizzatore NBA, figurarsi diventare il faro di una città che era orfana di grandi campioni dall’addio di Charles Barkley e che era precipitata a un misero 18-64 prima dell’arrivo del numero 3 da Georgetown. Una scelta che ad alcuni fece quasi storcere la bocca, un po’ perché c’era Marcus Camby che all’epoca sembrava molto più NBA-ready, se non altro per la prestanza fisica, un po’ per certe cattive frequentazioni del figlio di Ann Iverson, che sembravano poterne minare la capacità di restare focused on basketball, al netto del talento che era parso da subito a tutti abbastanza palese – ma non era così scontato che i quattro mesi trascorsi in galera a diciassette anni avrebbero contribuito a mettere insieme una durezza mentale senza pari. Auspicabile sì, ma non scontato. Così come non era scontato che Iverson avrebbe scelto il basket: in fondo, nel 1993 vinse l’Associated Press Award come High School Player of the Year della Virginia nel basket ma anche nel football americano. Federico Buffa riportava su di lui una battuta divertente, ma forse vera solo in parte: Iverson scelse di giocare a basket anziché a football perché nel basket non era obbligato a passare la palla. Ma alla fine, col senno di poi, ventiquattro anni dopo, leggiamo quello che Allen è riuscito a fare in NBA, spesso solo contro tutti: un esercito di una sola persona che ha giocato 11 all-star game consecutivi, ha vinto il titolo di MVP nel 2001, quando ha guidato la Lega sia per punti che per palle rubate, impresa peraltro bissata l’anno successivo. La prima impressione che si ha, guardando Iverson nei suoi pantaloncini oversize e poi leggendo le nude cifre che è stato capace di mettere insieme, è quella di stupore. Come può un uomo così gracile aver saputo fare quello che ha fatto, combattendo notte dopo notte contro i più forti giocatori di basket al mondo?



Meraviglia.

Sono giunto a una conclusione di cui voglio mettervi a parte: si può anche non amare Iverson – anche se personalmente non so bene come ciò possa essere possibile – ma è impossibile negare che sia stato uno dei giocatori che più ci ha fatti restare a bocca aperta, ci ha regalato quel fremito sotto pelle che ci accompagna quando abbiamo la sensazione che qualcosa di spettacolare stia per succedere. Diventiamo sordi e impermeabili dietro al noioso e stucchevole ritornello di chi ci ripete che con lui non si sarebbe mai potuto vincere il titolo, che alla lunga vincere è la sola cosa di cui ci si ricorda, e lo diventiamo per un fatto che è personale e insieme squisitamente tecnico. Possiamo anche staccare Allen dal suo background, possiamo non sapere niente di lui e di tutto quello che ha dovuto attraversare, nella vita e nel basket, per arrivare dove è arrivato, e pertanto astrarci da quella categoria dei beautiful losers che rende certi giocatori degni di essere amati forse anche al di sopra dei loro effettivi meriti cestistici. Possiamo farlo. Eppure, vedendo Iverson sul parquet, vederlo tuffarsi su ogni pallone in difesa, o buttarsi dentro l’area incurante dei contatti, vederlo andare al ferro o arrestarsi dietro l’arco per una tripla, ci restituisce quel senso di autentica meraviglia che ci fa diventare come il colonnello Aureliano Buendìa che da bambino va a conoscere il ghiaccio. Gli highlight delle migliori giocate di Iverson sono uno dei video di basket che ho guardato più spesso su YouTube, il DVD che lo racconta quello che più ho consumato. Aver potuto vedere all’opera un giocatore simile mi ha trasmesso la stessa sensazione che avevo avuto da bambino la prima volta che ho letto un fumetto di Spider-Man, che all’epoca si chiamava L’Uomo Ragno: ogni volta che lo vedevo arrampicarsi su una parete  o volteggiare tra i grattacieli, mi chiedevo: “ma come fa?” E la stessa cosa mi è capitata guardando Iverson sul rettangolo di gioco. Vederlo fare cose che non avrebbe potuto fare, con quel fisico così normale paragonato ai giganti della NBA, mi ha restituito quel sense of wonder che è, sostanzialmente, alla base di tutta la letteratura fantascientifica mondiale, in lui trasposto sul campo da basket.


Rispetto.

Once I had my heroes
Once I had my dreams
But all of that is changed now
They’ve turned things inside out
The truth is not that comfortable, no



That’s when I reach for my revolver è una canzone della post-punk band Mission of Burma pubblicata nel 1981 e portata alla fama nel 1996 dall’artista inglese Moby. Giorno più giorno meno, la canzone cercava di farsi strada tra le hit (inglesi, soprattutto) mentre Iverson sudava ai training camp prestagionali coi Sixers. Quella che potete ascoltare nel video è la mia versione preferita di questo brano, che ha un background abbastanza complicato e che in questa sede è inutile spiegare. Il punto, tornando ad Allen Ezail, è che è stato sempre impermeabile a tutte le critiche che gli sono piovute addosso, principalmente perché per lui restare fedele a sé stesso non era importante, era l’unica cosa che contava. E la reazione a chi riesce a giudicare un giocatore come Iverson solo attraverso parametri come vittorie, sconfitte, anelli è istintiva. Quando sento qualcuno limitarsi a dire “Iverson non è un grande perché non ha mai vinto l’anello”, that’s when I reach for my revolver. Iverson ce l’ha detto chiaro e tondo. I don’t wanna be Jordan, I don’t wanna be Bird or Isiah, I don’t wanna be any of these guys. I want to look in the mirror and say I did it my way. E lo ha fatto, oh se lo ha fatto. Pagandone fino in fondo le conseguenze. Ma cosa ne ha avuto in cambio? L’amore incondizionato di milioni di tifosi nel mondo, che riconoscevano in lui non solo un giocatore di basket, direi piuttosto un modello, giusto o sbagliato, un’icona non tanto – o meglio, non solo – di un certo street style fatto di tatuaggi, abbigliamento oversize e rap politicamente scorretto, quanto piuttosto di un modo di giocare fatto di intensità e inventiva, cattiveria agonistica e creatività, velocità e durezza mentale, che non prevedeva altra opzione che non fosse quella di lasciare sul parquet ogni singola goccia di sudore, ogni stilla di energia, ogni briciola del proprio talento. E allora, se anche non ne avevi fatto il tuo idolo, dovevi comunque portargli rispetto.

Gratitudine.

La foto di copertina della rivista ufficiale della NBA dell’epoca, con Allen a torso nudo ma coi tatuaggi cancellati col fotoritocco. L’introduzione dell’NBA dress code, ovviamente applicato a tutti i giocatori ma in un certo senso modulato per limitare lui. Il suo disco di hip-hop che doveva vedere la luce nel 2000 e a cui David Stern chiese di modificare una parte del testo di una canzone, perché conteneva un linguaggio offensivo e violento, e che alla fine non venne pubblicato, su richiesta dello stesso Iverson, perché non esisteva, non esiste e non potrà mai esistere una versione edulcorata di Allen Ezail Iverson. Esisterà sempre questo army of one, che ha saputo venir fuori da difficoltà che molti di noi possono solo immaginare, che non era disposto ad essere un criceto in gabbia che si limitava a correre sulla ruota dello star system, ma che ne ha creato uno nuovo, plasmato a sua immagine e somiglianza, che aveva come unica opzione possibile il take it or leave it, prendere o lasciare. E ha funzionato, la cosa veramente fantastica, che gli permette ancora oggi di camminare a testa alta, è che ha funzionato. Gli ha permesso di accumulare premi individuali, di raggiungere le finali NBA con una squadra che tolto lui avrebbe faticato a raggiungere le top 16 di Eurolega, di rompere le uova nel paniere dei Lakers forse più forti di sempre, che sognavano il percorso netto nei playoff e che invece hanno visto il loro sogno infrangersi lì, sul granello di sabbia che danneggiava l’ingranaggio ben oliato, sulla variabile impazzita nel sistema altrimenti perfetto. Possiamo parlare quanto vogliamo di advanced stats, di schemi per l’attacco alla difesa schierata, di gestione della transizione offensiva, di come giocare bene un pick and roll, di quale sia un buon tiro da tre e quale no, di cosa significhi poter ridurre a matematica ed analisi ogni singolo aspetto di un gioco che è anche e sarà sempre contatti, sudore, sofferenza, imprevedibilità. Possiamo farlo e ha senso farlo, ne sono consapevole. Eppure c’è sempre quella canotta numero 3 dei Philadelphia 76ers che smuove quel qualcosa che sta lì, sopra lo stomaco e in mezzo ai polmoni, e ti ricorda che davvero, in fine e in fondo, se non c’è qualcosa che ti smuove gli istinti e le emozioni, beh, allora tutto il resto crolla come un castello di carte.

Strange infatuation seems to grace the evening tide
I’ll take it by your side
Such imagination seems to help the feeling slide
I’ll take it by your side
Instant correlation sucks and breeds a pack of lies
I’ll take it by your side
Over saturation curls the skin and tans the hide
I’ll take it by your side



mercoledì, giugno 21, 2023

FantaNBA 2023 - La classifica finale

Si conclude l'undicesima edizione di questo FantaNBA di Basket City, che incorona ancora una volta Stipe come vincitore. Di seguito i risultati del pronostico delle Finals e la classifica finale.

NBA FINALS

Denver Nuggets - Miami Heat 4-1 MVP: Nikola Jokic

Classifica Finals

Stipe 6+2+3
Manq 6+2+3
Rob 2+2
Max 2+2
Ciccio 2+2
Samu 2+2
Simo 2+2
Dado 2+2
Sciain 2+2
Alby 0
Silvio 0
MAM n.p.
Fraca84 n.p.

Classifica generale

Stipe 33
Sciain 29
Dado 24
Manq 19
Alby 18
Simo 18
Max 17
Silvio 13
Samu 13
Rob 12
Ciccio 12
MAM 12
Fraca84 9

mercoledì, giugno 07, 2023

Partite tra pochi intimi, palazzetto pieno. Rispetto di tutti, paura di nessuno. Istantanee di una stagione SBAlorditiva.

(Articolo pubblicato originalmente su Amaranto Magazine)

La prima vittoria, in casa, contro l'Olimpia Legnaia, che poi staccherà il pass diretto per la promozione. La prima sonora lezione in trasferta, sul campo di Quarrata, che poi chiuderà dietro di noi. Eravamo appena al 9 ottobre, alla seconda di campionato, e già ad Arezzo c'era chi "mah, si, ma chissà" e invece lo si poteva capire, che la SBA era una squadra con un'idea di gioco, un'identità - seppur in divenire - e alcuni tratti caratteristici. Non dare tempo agli avversari di schierarsi in difesa, non rifiutare mai un tiro da tre aperto, non mollare un millimetro in difesa. Rispetto di tutti, paura di nessuno. Va avanti così, tra sconfitte evitabili (Costone in casa), batoste sonore (Agliana), vittorie di spessore (a Siena contro la Virtus) e di blasone (in casa contro la Mens Sana), fino a fine gennaio, quando il bilancio dice 9 vittorie e 8 sconfitte. Poi arriva il tassello mancante, la firma di Facundo Toia: con lui in cabina di regia, la SBA vince 10 delle 13 partite restanti in campionato - ma sarebbero potute essere 11, se non ci fosse stato il clamoroso blackout di Altopascio nel secondo tempo - e sfiora la promozione diretta. Devono essere playoff, e playoff siano. Ci tocca Lucca, e le tre partite sono già un pezzo di storia amaranto, a scriverla - non ce ne vogliano gli altri - è stato Federico Fornara. Vittoria al supplementare in gara-1, poi le due triple senza senso, immortalate anche in un post di Instagram della pagina "L'Umiltà di Chiamarsi Minors".


Ed è a questo punto che la cronaca cede il passo al cuore, del resto io non sono mai stato davvero un giornalista e forse non lo sarò mai. La serie contro Prato, teoricamente una corazzata che fino a sei giornate dalla fine lottava per il primo posto, e che invece a questo punto della stagione è un avversario alla portata. Rispetto di tutti, paura di nessuno. Gara-1 alla Palestra Toscanini va ai padroni di casa. Gara-2 vinta di grinta e cuore, ancora in trasferta, con la caviglia di Fornara che si gira e ci fa tremare. Gara-3, Fornara c'è, un pubblico impensabile durante l'anno, quando una partita è sempre stata una cosa informale, tra pochi intimi. La prima volta in cui abbiamo fatto risuonare un coro che da lì in poi è stato un marchio di fabbrica: "Forza lotta, vincerai, non ti lasceremo mai". La vinciamo, ed è un'emozione grande. Gara-4, il match point in casa, la doccia fredda. La sconfitta, il ginocchio di Fornara che salta, io che a fine partita vado a dare il cinque alto a Veselinovic e gli dico "non è niente, non è niente, la vinciamo domenica" e lui che mi risponde "sì, sì, domenica la vinciamo". E poi, in settimana, gli striscioni appesi fuori dalle Caselle. Domenica, faccio un post, questo:


Ci troviamo, con Luca e gli accrediti come stampa, partiamo. C'è coda in autostrada, io devo fare la diretta su Twitter, la seguiamo in live dal telefono, entriamo, la partita è iniziata, siamo avanti, siamo sempre avanti, dal primo minuto. Con la difesa, con la determinazione, con la voglia. Prato in 40 minuti non avrà un tiro facile, chiuderà con 50 punti segnati, e sul parquet ci saranno le invenzioni di Toia, la concretezza di Rossi e Giommetti, la voglia di Terrosi e Provenzal, Pelucchini immenso sui due lati del campo, Cutini che non trema e tiene tutti i contatti, la freddezza di Veselinovic in lunetta che sul 50-60 a poco più di un minuto dalla fine fa 3-3 ai liberi e ammutolisce la Toscanini, e le triple del capitano, una voglia di mettere tutto e tutti a tacere che non si vede spesso in un campo di gioco... manca meno di un minuto, siamo avanti di 15 punti, Prato alza bandiera bianca, la serie B è affare nostro e qui diventa ancora di più una faccenda personale, la partita è finita e il presidente Castelli fa un gesto bellissimo, ferma tutti, giocatori e tifosi, e chiede che tutti facciano un applauso a Prato.


Poi andiamo in campo, sotto un canestro c'è Federico Fornara, in borghese, col tutore, sembra commosso, vado da lui, lo abbraccio, arriva il vicemister, Stefano Liberto, e gli dico "se oggi siamo qua a festeggiarla, il merito è di questo ragazzo coi capelli ossigenati". Poi arriva il capitano, Claudio Castelli, commosso, per quella che potrebbe essere la sua ultima partita di basket, che se anche fosse, ma che vuoi chiedere di più ad una partita di addio? Ci abbracciamo, un abbraccio sincero di due ragazzi innamorati di questo sport, innamorati di Arezzo, che ci hanno creduto da quella prima vittoria contro Legnaia, ho gli occhi lucidi anch'io ma non ditelo a nessuno. La SBA arriva alle Caselle, si prende l'abbraccio di qualche centinaio di appassionati, è in serie B, è stato un campionato bellissimo, un'altalena di emozioni, un'altra promozione dopo quella dell'Arezzo nell'anno del centenario, se è un sogno, vi prego, non svegliatemi.  

Scuola Basket Arezzo: Veselinovic 7, Toia 14, Cutini 2, Rossi 12, Nica n.e., Calzini n.e., Furini n.e.,Terrosi 2, Castelli 9, Giommetti 6, Pelucchini 13, Provenzal 0

martedì, maggio 30, 2023

FantaNBA 2023: The Finals

Siamo arrivati all'ultimo round, le finali NBA. I vostri pronostici vanno lasciati nei commenti a questo post (i commenti sono aperti, non è necessario iscriversi a Blogger) PRIMA della palla a 2 di gara-1.  Ricordatevi che per quest'ultimo round i punteggi dei pronostici saranno raddoppiati, e ci sono in palio due punti ulteriori per chi indovinerà il nome dell'MVP delle Finali.


NBA FINALS 

Denver Nuggets - Miami Heat

Classifica terzo turno

Alby 3+3
Ciccio 1
Simo 1
Fraca84 1
Stipe 1
MAM 1
Max 0
Samu 0
Manq 0
Silvio 0
Dado 0
Sciain 0
Rob 0

Classifica generale

Sciain 25
Stipe 22
Dado 20
Alby 18
Simo 14
Silvio 13
Max 13
MAM 12
Samu 9
Fraca84 9
Manq 8
Rob 8
Ciccio 8

lunedì, maggio 15, 2023

FantaNBA 2023: Conference Finals

Questi sono gli abbinamenti delle finali di conference dei playoff NBA. I vostri pronostici vanno lasciati nei commenti a questo post prima dell'inizio della prima partita di gara-1

Boston Celtics - Miami Heat
Denver Nuggets  - Los Angeles Lakers

Classifica 2° turno:

Sciain 7+3
Stipe 7+3
Silvio 6
Dado 5
Alby 4
Simo 4
MAM 4
Fraca84 4
Max 3
Ciccio 2
Samu 2
Rob 1
Manq 1

Classifica generale 

Sciain 25
Stipe 21
Dado 20
Silvio 13
Max 13
Simo 13
Alby 12
MAM 11
Samu 9
Fraca84 8
Manq 8
Rob 8
Ciccio 7

venerdì, aprile 28, 2023

FantaNBA 2023 - Round 2

Questi sono gli abbinamenti del secondo turno dei playoff NBA. I vostri pronostici vanno lasciati nei commenti a questo post prima dell'inizio della prima partita di gara-1.

Eastern Conference

(8) Miami - (5) New York

(2) Boston - (3) Philadelphia

Western Conference

(1) Denver - (4) Phoenix

(6) Golden State - (7) LA Lakers 


Classifica primo turno

Sciain 12+3

Dado 12+3

Stipe 11

Max 10

Simo 9

Alby 8

Rob 7

Manq 7

Samu 7

MAM 7

Silvio 7

Ciccio 5

Fraca84 4

sabato, aprile 15, 2023

FantaNBA 2023

Anche quest'anno ci risiamo! I playoff NBA sono alle porte, quindi Basket City lancia la dodicesima edizione del gioco a pronostici.  Non si vince niente, se non il diritto a sfottersi in malo modo fino all'anno seguente. 

Per chi negli anni scorsi non ha partecipato, o ha dimenticato le regole, le riscriviamo qua sotto.

Ognuno dei partecipanti dovrà semplicemente fare un pronostico per ogni serie di playoff e se indovinerà il punteggio esatto con cui terminerà la serie riceverà 3 punti, in caso di punteggio errato ma comunque vittoria della squadra pronosticata 1 punto, in caso contrario la bellezza di 0 punti.

Al vincitore di ogni turno (1°-2°-finali di conference-finali assolute) andrà anche un bonus di 3 punti ulteriori.

Nella finale assoluta verrà chiesto anche il nome del MVP: indovinarlo vale due punti.

I pronostici vanno inviati (nei commenti ai post che verranno fatti per ogni turno) prima dell'inizio della prima partita di gara-1 di ogni turno di playoff.  I pronostici inviati in ritardo rispetto alla scadenza non saranno considerati, e il concorrente si prenderà 0 punti per il turno in questione.

Ringraziamo once again per l'idea il forum di Ondarock visto che le prime edizioni di questo FantaNBA le abbiamo giocate lì.

Per chi vuole partecipare, basta lasciare un commento qua sotto! (Potete già lasciare i pronostici relativi al primo turno).

EASTERN CONFERENCE

(1) Milwaukee - (8) Miami

(2) Boston - (7) Atlanta

(3) Philadelphia - (6) Brooklyn

(4) Cleveland - (5) New York


WESTERN CONFERENCE

(1) Denver - (8) Minnesota

(2) Memphis - (7) L.A. Lakers

(3) Sacramento - (6) Golden State

(4) Phoenix - (5) L.A .Clippers

sabato, giugno 18, 2022

FantaNBA 2022 - La classifica finale

Si conclude l'undicesima edizione di questo FantaNBA di Basket City, che incorona per la prima volta Marco A. Munno, Dado Cati e Ciccio come vincitori. Di seguito i risultati del pronostico delle Finals e la classifica finale.

NBA FINALS

Golden State Warriors - Boston Celtics 4-2 MVP: Steph Curry

Classifica Finals

DADO CATI 6+3
Ciccio 6+3
Rob 2+2
Stipe 2+2
Manq 2+2
Max 2+2
Alby 2+2
Silvio 2
Pan 0
Sciain 0
Samu 0
MAM n.p.
MRC n.p.
Max D n.p.
Simo n.p.

Classifica Finale

MAM 27
DADO CATI 27
Ciccio 27
Rob 25
Stipe 23
Manq 23
Samu 20
Max D 18
Max 18
Alby 17
Pan 16
Simo 14
Sciain 13
MRC 12
Silvio 12

giovedì, giugno 02, 2022

FantaNBA 2022: The Finals

 Siamo arrivati all'ultimo round, le finali NBA. I vostri pronostici vanno lasciati nei commenti a questo post (i commenti sono aperti, non è necessario iscriversi a Blogger) PRIMA della palla a 2 di gara-1.  Ricordatevi che per quest'ultimo round i punteggi dei pronostici saranno raddoppiati, e ci sono in palio due punti ulteriori per chi indovinerà il nome dell'MVP delle Finali.

NBA FINALS 

Boston Celtics - Golden State Warriors

Classifica terzo turno

MAM 6 + 3
Manq 6 + 3
DADO CATI 4
Max 4
Alby 3
Simo 3
Pan 3
Stipe 3
Ciccio 1
Samu 1
Silvio 1
Rob 1
Sciain 1
Max D 1
MRC n.p.

Classifica generale

MAM 27
Rob 21
Samu 20
Stipe 19
Manq 19
DADO CATI 18
Ciccio 18
Max D 18
Pan 16
Max 14
Simo 14
Alby 13
Sciain 13
MRC 12
Silvio 10

martedì, maggio 17, 2022

FantaNBA 2022: Conference Finals

Questi sono gli abbinamenti delle finali di conference dei playoff NBA. I vostri pronostici vanno lasciati nei commenti a questo post prima dell'inizio della prima partita di gara-1

Miami Heat - Boston Celtics

Golden State Warriors - Dallas Mavs


Classifica parziale 2° round

Samu 9+3
Pan 7
MAM 7
Ciccio 6
Max D. 5
DADO CATI 5
Silvio 4
Sciain 4
Manq 3
Rob 2
Stipe 2
Simo 2
Max 2
Alby 2
MRC 0

CLASSIFICA GENERALE 

Rob 20
Samu 19
MAM 18
Max D. 17
Ciccio 17
Stipe 16
DADO CATI 14
Pan 13
MRC 12
Sciain 12
Simo 11
Manq 10
Max 10
Alby 10
Silvio 9

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...