giovedì, aprile 12, 2007

Casablanca - Parigi - Barcellona sola andata :


-"Oh Rick,ma cosa ne sarà di noi?"

-"Noi...avremo sempre Parigi..."
Ecco come al solito quando avete bisogno di un esempio di ciò che ogni uomo vorrebbe essere almeno una volta nella vita,andate con Rick Blaine e non potete sbagliare...
Per quelli che non lo sapessero (male, ragazzi, male...) Rick Blaine è il personaggio di Humphrey Bogart in "Casablanca", il prototipo dell'uomo tutto d'un pezzo che dice alla donna della sua vita, ma non del suo destino, cose come la battuta d'apertura di questo pezzo, così fondamentale da essere lo spirito guida di Woody Allen in uno dei suoi film più divertenti in assoluto, "Provaci ancora Sam", ma questo è un altro discorso...
Comunque se Bogey ed Ingrid Bergman avranno sempre Parigi i tifosi della Virtus Bologna avranno (avremo) sempre Barcellona, teatro nel maggio del '98 della mia più grande emozione sportiva in assoluto, con tutto il rispetto per l'edizione della Virtus del Grande Slam del 2000-2001, e del "three peat" dei Lakers del 2000-2002...
Al "Palau San Jordi" si giocavano le final four di Eurolega,a contendersi la coppa c'erano il Partizan di Belgrado, l'AEK Atene e due squadre italiane (bei tempi...) il/la Benetton Treviso e la Virtus Bologna.
Nella prima semifinale la Benetton saluta la Spagna perché il sosia del Mago Oronzo, conosciuto come "Bane" Prelevic, fa la partita della vita - ed illude i tifosi della Virtus che lo accoglieranno a braccia aperte poco dopo per poi salutarlo a calci in culo a distanza di qualche mese - nell'altra semifinale il signore/padrone di quella edizione dei bianconeri Sasha Danilovic, dato che le coincidenze non esistono, deve fronteggiare il suo passato, sempre e comunque bianconero, del Partizan di Belgrado, dove il suo primo allenatore gli aveva insegnato che palleggiare più di tre volte in un'azione era inutile perché tanto conta solo tirare (squadra che poi riabbraccerà a fine carriera in veste di co-presidente in società con Bruto di Braccio di Ferro, a.k.a. quello famoso per essere stato scambiato con un certo Kobe, a.k.a. quello che andava fisso in doppia cifra di Marlboro rosse ogni sera, a.k.a. lo "Zio Vlade").
Allora eravamo rimasti che l'AEK è in finale contro la Virtus, ecco qui finisce la storia ed inizia la leggenda...
Partita di Eurolega fino in fondo, coi sessanta punti che te li sogni, tanta difesa e gioco duro, un primo tempo che si chiude con un leggero predominio bianconero ma che sai che ci sarà da soffrire fino all'ultimo e da sudare su ogni pallone.
Poi si arriva a "quel" momento,il cronometro dice che mancano due minuti alla fine e il tabellone che la Virtus è +5, ma Danilovic e Rigaudeau sono in un momento inspiegabile per gente come loro, sembrano nel pallone, completamente fuori partita, in una fase in cui nessuno segna da un'eternità perdono palla in attacco e l'AEK parte in contropiede (che già un contropiede in una finale d'Eurolega è una notizia) ma Savic ferma tutti a metà campo recupera palla e la rimette nelle mani di Sasha che era rimasto sotto il canestro greco ed appoggia il canestro più brutto e più importante della sua carriera, siamo a 1:45 dalla fine +7, il commento di Flavio T "canestro devastante da subire a livello psicologico...", si va in difesa, e che difesa, i greci a malapena riescono a prendersi un tiro, si riparte e Sasha si butta dentro rinvigorito dal canestro precedente, ma la difesa chiude bene e lui è costretto a scaricare sul perimetro a "Zorky" Savic che tanto per ribadire che il ruolo è un concetto opinabile nel basket tira da OTTO metri - ma come tira?!? Savic da tre in finale?!? - ovviamente SOLO RETE, siamo a 1:26 alla fine e + 10, Flavio T "Ancora loro Savic e Danilovic, Danilovic e Savic...", tanto per contestualizzare tutti i Boys Bianconeri, ed erano proprio tanti, scendono dalle gradinate e si accalcano dietro ai cartelloni pubblicitari a bordo campo.
L'AEK, ovvio, chiama timeout ma non ne arriverà mai a capo perché ormai è fatta, finisce 58 a 44 con la schiacciata di Hugo Sconochini sulla sirena e Sasha ed Antoine che già saltellavano sul parquet da trenta secondi, e dieci anni dopo la Tracer Milano di Franco Casalini (QUEL Franco Casalini) la coppa più importante torna in Italia e la Virtus perde la verginità in Europa.
Fino a quel momento Zoran Savic era un gran bel giocatore famoso però soprattutto per aver spiegato con "parole sue" ad Atlanta '96, ad un certo Reggie Miller, che non era necessario essere nati in un sobborgo americano per essere dei "Tough Motherfucka", ma anche la Serbia bastava ed avanzava (con "parole sue" si intendono gli schiaffi - letteralmente - che Hollywood prese e portò a casa...), dopo quella finale si confermerà come uno dei lunghi migliori d'Europa, continuando la sua incredibile carriera anche in Grecia ed in Spagna come giocatore e poi come dirigente capace di rendere vincente anche quell'altra metà di Bologna, lui era il G.M. della "F" scudettata, ma per noi virtussini Zorky rimarrà sempre quello della bomba della coppa... Ah,e anche quello delle botte a Fucka nei derby...

Il Roster della Coppa:

- Danilovic - Abbio
- Rigaudeau - Frosini
- Sconochini - Binelli
- Savic - Crippa
- Nesterovic - Ravaglia

Solo un'aggiunta: non voglio essere retorico né tantomeno melenso però c'è una cosa, o meglio qualcuno, che mi piace ricordare. In quell'ultimo timeout dell'AEK, come sempre Pietro Colnago prende la linea dalla panca della Virtus e nel momento di maggior esaltazione della storia di una squadra (perché la prima coppa non si scorda mai) intervista un ragazzo che quella sera non poteva giocare perché infortunato, uno che forse non sarebbe mai diventato un fenomeno ma che purtroppo non ha potuto neanche diventare grande perché un incidente stradale ha deciso così...
Bella Chicco...

1 commento:

Rob ha detto...

grande prova... scaldiamo i motori in vista del playoff coverage! ;)

(come lo vedi un articoletto sul back-to-back dei Gators?)

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