lunedì, aprile 06, 2009

Final Four 2009 - le semifinali

Michigan State - Connecticut 82-73


UConn aveva la testa di serie numero 1, Michigan State la 2. Ma quando si arriva a questo punto, a volte, queste differenze, presunte o reali che siano, valgono poco o niente. Conta la determinazione, conta un po' anche la fortuna, conta l'abitudine a questi livelli, e conta, più di ogni altra cosa, la voglia. Soprattutto in una sfida come questa, dove oltre a due grandi squadre, c'erano di fronte due grandi coach, come Jim Calhoun (2 titoli NCAA) e Tom Izzo (5 Final Four, 1 titolo). Così gli Spartans di oggi, al cospetto dello Spartan più illustre di ieri (Earvin Magic Johnson), si portano a casa la gara grazie alla serata decisamente nera di AJ Price (5-20 dal campo per lui) e alla panchina inaspettatamente corta degli Huskies (solo Kemba Walker ha giocato 20 minuti, ma ha tirato 1-5 dal campo e 3-9 dalla lunetta, perdendo anche 4 palloni). Bene ma non benissimo tutti gli altri, da Stanley Robinson (15 punti e 13 rimbalzi, ma anche 5 palle perse) a Jeff Adrien (13 e 7 rimbalzi), ad Hasheem Thabeet (17 punti, ma solo 6 rimbalzi e 2 stoppate). Nonostante tutto, però, UConn è riuscita a stare in partita fino all'ultimo, rimontando fino al -4 con un minuto e mezzo da giocare. Ma Michigan State, appunto, aveva quel qualcosa in più che gli ha permesso di fare l'allungo decisivo. Grazie soprattutto a Kalin Lucas, vera anima di questa squadra con 21 punti e 5 assist, ad un Raymar Morgan in grande spolvero (18 punti, 9 rimbalzi, 5 recuperi) e all'incredibile contributo dato dal freshman Korie Lucious, autore di 11 punti in soli 9 minuti sul parquet! Il bilancio delle panchine ha fatto la differenza, insomma: 33 punti e 14 rimbalzi per gli Spartans contro i 13 punti e 6 rimbalzi degli Huskies. Davanti a 72456 spettatori in gran parte tifosi Spartans (Detroit è in Michigan, vale la pena ricordarlo), va in finale la squadra di casa. Tom Izzo ci riprova, insomma, ma per la finale ci sarà bisogno anche di Goran Suton, che ha sofferto molto Thabeet. E UNC non è seconda a nessuno in quanto a lunghezza della panchina.


North Carolina - Villanova 83-69


I Tar Heels hanno affrontato - e vinto bene - una partita dalle mille insidie. In primo luogo perché è dall'inizio dell'anno che tutti vanno ripetendo che sono la squadra più forte e più completa del college basket, e a un roster di ventenni questa è una cosa che non può non mettere pressione; in secondo luogo perché Villanova arrivava a Detroit in forma smagliante, con un percorso fatto di vittime illustri e neanche troppo da perdere, tutto sommato; infine, perché era chiaro che i Wildcats erano l'unica cosa che somigliasse vagamente ad una Cinderella, e quindi tutto il tifo dei non-Tar Heels sarebbe stato tutto per loro. E invece North Carolina ha vinto questa partita, l'ha condotta con autorità e portata in porto nel migliore dei modi. Avanti di nove già alla fine del primo tempo (ma erano stati anche a +17 sul 40-23), i Tar Heels hanno difeso alla grande, tenendo Villanova al di sotto del 33% dal campo, e chiudendo sul +14 con la possibilità di far respirare i titolari per qualche minuto. Se proprio vogliamo trovare un paio di nei a questa partita di UNC, infatti, dobbiamo appellarci alla scarsa produttività offensiva delle riserve (5 punti totali, tutti di Ed Davis), ben compensata però da una certa solidità difensiva (12 rimbalzi); ma ancor di più ai tanti tiri liberi sbagliati (15 su 37 totali, meno del 60% dalla lunetta), soprattutto da un Ty Lawson al quale, sinceramente, non c'è proprio altro da imputare, visto che a referto ha messo 22 punti, 7 rimbalzi e 8 assist. Ai quali c'è da aggiungere l'ordinario fatturato di Tyler Hansbrough, 18 punti, 11 rimbalzi e 4 recuperi, e la gran prova di Wayne Ellington (20 punti con 5-7 da tre e 9 rimbalzi). Per Villanova, che il prossimo anno dovrà reinventare il quintetto, composto da tre senior e due junior, Scottie Reynolds, l'uomo del canestro vincente contro Pittsburgh, aveva le polveri piuttosto bagnate (per lui 6-18 dal campo) ma è stato comunque il miglior marcatore dei suoi a quota 17. Bene Reggie Redding (15 punti con 5-9 dal campo) e Dante Cunningham (12 e 12 rimbalzi, di cui ben 7 offensivi), meno bene la riserva Corey Fisher (13 punti con altrettanti errori al tiro, in parte compensati dai 7 rimbalzi), molto sottotono Dwayne Anderson (11 rimbalzi ma 2-12 dal campo per soli 6 punti complessivi). UNC giocherà la sua seconda finale in cinque anni, contro un'avversaria che in stagione regolare ha asfaltato con un incredibile +35 (a dicembre, proprio a Detroit, 98-63 il finale). Ma in NCAA, si sa, it's never over until it's over. Chiedere ai Memphis Tigers dello scorso anno, per informazioni al riguardo.

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