sabato, marzo 26, 2011

NCAA 2011: sweet 16

Se nei primi due turni non erano mancate le sorprese, diciamo subito che questo terzo turno non ha voluto essere da meno. Sono saltate teste "importanti", un paio di partite sono finite all'overtime, altre con scarti di 20 punti... Insomma, un tranquillo terzo turno di Paura, come è consuetudine nel basket collegiale. Vediamo più da vicino cosa è successo.

East regional 

Salta la testa di serie numero 1, Ohio State, per mano dei Kentucky Wildcats di coach Calipari, che in due anni alla guida del programma più vincente della storia dell'NCAA approda per la seconda volta alle Elite 8, e permetteteci di dire che non può essere un caso, visti i risultati ottenuti dall'italoamericano a UMass prima e a Memphis poi. E questo nonostante la prova monstre di Jared Sullinger, che chiude con 21+16 e un Brandon Knight ancora una volta con le polveri bagnate (9 punti con 3-10 dal campo). Ma capace comunque, ancora una volta, di segnare l'ultimo canestro della gara, quello che vale il 62-60 a 5" dal termine. I Buckeyes si sono trovati di fronte una difesa fatta di tutt'altra pasta di quelle incontrate nei primi due turni, capace di tenerli sotto il 33% dal campo, e così il loro sogno di tornare alle Final Four dopo soli quattro anni è sfumato. Sfida tra nobili quella della finale del regional, perché contro Kentucky ci sarà North Carolina, terzo programma più vincente del basket collegiale, che si sbarazza più agevolmente del previsto di Marquette, riducendo così ulteriormente la già decimata rappresentanza Big East in questo torneo. A nulla sono serviti i tweet di incoraggiamento, giunti ai Golden Eagles nientemeno che da Dwyane Wade: a metà gara, UNC era già avanti 40-15, e nel secondo tempo ha potuto amministrare abbastanza agevolmente, grazie ai 27+12 di Tyler Zeller, ma soprattutto all'orripilante 2-16 da tre di Marquette. Unico neo per i Tar Heels, i soli cinque punti dalla panchina, tutti a firma di Leslie McDonald: contro Kentucky servirà qualcosa di più sostanzioso anche dal pino.

West regional

Salta anche qui la testa di serie numero 1, i campioni in carica di Duke (alzi la mano chi avrebbe mai pensato, a inizio stagione, che North Carolina sarebbe andata più avanti di loro nel torneo), sbattuti fuori da una delle realtà più interessanti del torneo, quell'Arizona che tra il 1994 e il 2001 era approdata per ben tre volte alle Final Four, perdendosi poi un po' negli ultimi anni. Il punteggio con cui i Wildcats eliminano i Blue Devils, peraltro, non lascia alcuno spazio alle recriminazioni, un 93-77 sancito dal dominio di Derrick Williams sui due lati del campo (i 32 punti sono il suo nuovo career high, a cui in sovrannumero ha aggiunto 13 rimbalzi), ma ancor di più dalla prova dei compagni, visto che a fine primo tempo, quando Williams aveva già fatturato 25 punti, Duke era avanti 44-38. Poi nel secondo tempo è successo quello che nessuno o quasi si sarebbe aspettato: Arizona ha cominciato a segnare da ogni dove (tirando col 58% e mettendo in piedi un parziale di 19-2 che li ha portati dal -4 al +13) e Duke, che pure ha avuto 28 punti da Kyrie Irving e 18 con 8 rimbalzi da Kyle Singler, non ha potuto fare altro che alzare bandiera bianca. A sfidare i ragazzi di coach Sean Miller per un posto nelle Final Four NCAA ci sarà Connecticut, unica superstite della Big East, di cui (a questo punto possiamo dirlo) non a caso ha vinto il torneo. Si ferma dunque la corsa degli Aztecs di San Diego State, già provati dalla maratona con cui avevano eliminato Temple e incapaci di porre rimedio alle scorribande di Kemba Walker, che mette il secondo trentello consecutivo in questo torneo, fermandosi stavolta a quota 36, a cui si aggiungono i 24 (career high eguagliato) di un Jeremy Lamb chirurgico. Benino per gli Aztecs Thomas, Leonard e D.J. Gay: San Diego State, alla miglior stagione della propria storia (34-3 il record finale), riesce a portarsi fino al 53-49 a metà secondo tempo, dove un po' le batterie scariche, un po' un Walker in versione Allen Iverson spengono quello che stava diventando un sogno ad occhi aperti.

Southwest regional

Qui invece abbiamo una numero 1 che non si fa fregare, e anzi è piuttosto lesta a mettere in cascina la partita. Kansas elimina Richmond con un netto 77-57, figlio di un primo tempo chiuso sul 41-22 e di una seconda frazione condotta in quasi totale controllo, nonostante Justin Harper non avesse alcuna voglia di alzare bandiera bianca (chiuderà con 22 punti e 9 rimbalzi) e Markieff Morris non fosse affatto in serata. I Jayhwks però sono una squadra che può anche attingere dalla panchina, e così stavolta il coniglio che esce dal cilindro di Bill Self si chiama Thomas Robinson, 12 punti e 14 rimbalzi in 16 minuti sul parquet, a cui si aggiungono i 18 di Brady Morningstar, miglior realizzatore dei suoi. Kansas difende benone (34% dal campo con 4-26 da tre per gli Spiders) e, da unica numero 1 rimasta, fa la voce grossa. A contendergli un biglietto per Houston ci sarà Virginia Commonwealth, squadra che non la smette di sorprendere e supera pure Florida State, seppure all'overtime. In una gara dove le superstar non deludono (Bradford Burgess ne mette 26, compreso il canestro della vittoria; Derwin Kitchen gli risponde con 23 e 12 rimbalzi), i Rams la spuntano grazie alla stoppata sulla sirena di Rob Brandenburg, in una partita in cui avevano chiuso il primo tempo sul 36-31 ma dove non erano riusciti a scappare, nonostante avessero percentuali migliori sia da 2 che da 3 punti rispetto ai Seminoles. Per battere Kansas, però, servirà recuperare al più presto energie fisiche e nervose, oltre ad allenarsi un po' sui tiri liberi, perché tirare il 60% contro i Jayhawks potrebbe rivelarsi un problema serio.

Southeast regional

A conti fatti, è difficile parlare di Butler come una sorpresa, anche quando elimina una squadra più quotata di lei come Wisconsin, perché due anni di risultati positivi non sono mai figli del caso. E infatti i Bulldogs, in una serata in cui Shelvin Mack è piuttosto impreciso (4-13 dal campo, 0-5 da tre e 5 palle perse) riescono comunque ad avere ragione dei Badgers chiudendo il primo tempo sul +9 e tenendo gli avversari a poco più del 30% dal campo (migliore di Wisconsin Jordan Taylor, con 22 punti ma tirando 6-19) grazie alla straordinaria prova di Matt Howard, 20 punti e 12 rimbalzi. Quando Butler nel secondo tempo è scappata sul +20, la sensazione è stata quella di trovarsi di fronte ad un film già visto. Mica male per un college - giova sempre ricordarlo - che ha appena 4500 iscritti. Tra loro ed un ritorno quanto mai inatteso alle Final Four c'è la rediviva Florida, che elimina all'overtime Brigham Young, cui non bastano i 32 punti di un Fredette un po' troppo testardo al tiro (11-29 alla fine per lui, ma soprattutto 3-15 da tre) e i 15 rimbalzi di Collinsworth, perché dall'altra parte Alex Tyus mette in campo un sontuoso 19 punti e 17 rimbalzi che da lui, quest'anno, non si era mai visto. Così l'ago della bilancia di una gara equilibratissima (36-36 il primo tempo, 32-32 il secondo) pende alla fine dalla parte dei Gators, in una partita in cui è stato ritoccato il record del torneo per triple totali tentate (71, delle quali solo 21 a segno), segno di una fluidità non certo invidiabile in attacco. Occhio, coach Donovan: Butler è una squadra che a basket sa giocare, e la pressione è tutta dalle vostre parti...

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