martedì, ottobre 15, 2013

Eurobasket 2013: le pagelle degli azzurri

Non splende l'Azzurro, sul cielo della Slovenia. (foto Castoria/De Massis)
Gli Europei di Slovenia sono terminati da qualche settimana, con la prima vittoria della propria storia per la Francia di Tony Parker (giustamente nominato MVP del torneo), e con una delusione bruciante per gli azzurri, che sono partiti alla stragrande nella prima fase, e sono arrivati a giocarsi la fase ad eliminazione diretta completamente scarichi di benzina. Al di là delle molteplici assenze dovute a più o meno misteriosi infortuni (Gallinari, Bargnani, Hackett, Gigli, Mancinelli), ci sono alcune valutazioni da fare sulle convocazioni, ed evidentemente c'è da valutare l'operato di chi invece agli Europei c'era ed ha giocato.  Per i convocati, si veda alla pagella di coach Pianigiani. L'ordine delle pagelle è, per non fare torto a nessuno, alfabetico.

Aradori voto 6+
Avrebbe potuto essere l'Europeo della consacrazione, lo è stato solo in parte. Un po' perché la mano dalla lunetta ha tremato più del dovuto (28/38 il dato finale ai liberi per lui), un po' perché il decision-making dello squalo è stato abbastanza altalenante, facendogli alternare prove stupende (su tutte quella contro la Turchia) ad altre più opache. In generale, ha comunque dimostrato di poter stare a questi livelli.

Belinelli voto 5
Era a corto di benzina e questo sembrava palese. Da lui ci si aspettava tantissimo, ma la classe di cui dispone si è vista solo a sprazzi. Diciamo soprattutto contro la Grecia. Il 33% dal campo è una foto abbastanza attendibile di quello che il Beli ha dato alla maglia azzurra, pur senza mai risparmiarsi.  Nelle serate in cui non gli entra il tiro, è offensivamente un uomo in meno, peccato che Pianigiani non se la sia sentita di fargli fare un po' più di panca nel quarto quarto, qualche volta avrebbe giovato. Proprio perché la classe non si discute, diciamo che avrebbe potuto fare di più.

Cinciarini voto 8
Veniva da un europeo abbastanza sottotono, in cui aveva fatto dubitare di poter competere a questi livelli.  Le esperienze in Eurolega con Cantù lo hanno fatto crescere notevolmente, e questa volta ha disputato un campionato di sostanza. Ispirato e preciso in attacco (53%) dal campo, combattivo in difesa, è partito come il backup di Travis Diener e alla fine è successo il contrario. Complimenti al Cincia, MIP della nazionale senza discussione.

Cusin voto 8
In una nazionale praticamente senza centri, l'unico che lo era ha fatto il suo, senza mai risparmiarsi neanche per un secondo.  Combattivo sotto le plance, a tratti perfino intimidatorio, non è un fenomeno e non lo sarà mai, ma ha un cuore grande così e dà sempre il massimo.  Se mette insieme un po' di gioco spalle a canestro diventa un perno di questa Nazionale anche per gli anni a venire; se poi mette anche i tiri dalla media con più regolarità, è fatta, anche lui si trasferisce all'estero.

Datome voto 9
Che ve lo dico a fare? Basta aver visto un quarto qualsiasi di una partita qualsiasi di questo Europeo, per capire che Gigi è NBA-ready.  Ah, infatti il prossimo anno giocherà nei Detroit Pistons.

Diener voto 5.5
Allora, per il rendimento in sé bisognerebbe dargli 5, ma il mezzo punto in più è dovuto ai cosiddetti intangibles: sebbene in quest'Europeo non si sia praticamente quasi mai visto il vero Ala-Diener, che fece le fortune di Sassari nello scorso campionato, complici anche alcuni guai fisici, ma nel periodo di preparazione alla rassegna continentale la sua presenza si è sentita eccome, contribuendo a costruire questa Nazionale che, se solo non avesse finito la benza, si sarebbe qualificata ai Mondiali con pienissimo merito.

Gentile voto 8.5
Per quelli distratti, questo sarà il prossimo italiano a trasferirsi oltreoceano, se non succede qualcosa di strano. Non gli manca il tiro, non ha paura a buttarsi dentro, ha una faccia tosta come pochi altri, e non dev'essere proprio un caso se a Milano uno come Luca Banchi lo ha scelto come capitano dell'Olimpia, il più giovane nella storia delle Scarpette Rosse. Europeo di altissimo livello (14.2 punti di media in soli 24 minuti giocati a partita, quasi il 40% da tre e quasi il 90% ai liberi), scommettiamo che il suo nome è finito in diversi taccuini?

Magro voto n.g.
Tecnicamente, doveva essere il cambio di Cusin, visti i forfait di Bargnani e Gigli. In realtà, ha giocato 10 minuti in tutto l'Europeo, dando l'impressione, purtroppo per lui, di essere un pesce fuor d'acqua e costringendo Melli a giocare sempre fuori ruolo. Purtroppo anche in serie A è abituato a giocare pochino, quindi non era certo da lui che dovevamo aspettarci un contributo sostanzioso. Gli è capitata un'occasione, non siamo affatto certi che l'abbia sfruttata a dovere.

Melli voto 5.5
Prestazione in parte spiegata da quanto scritto proprio qui sopra, Nicolò non è certo un centro, ma si è trovato costretto dagli eventi a giocare praticamente sempre in quella posizione. Benino a rimbalzo offensivo (1.5 a partita in 16 minuti giocati di media), bene nelle scelte di tiro, in attacco ha però spesso subito fisicamente gli avversari, e dalla lunetta la mano ha tremato un po' troppo (1 su 8 il dato finale di tutto l'Europeo). A livello fisico e tecnico, non gli mancherebbe niente per diventare un "lungo atipico" alla Galanda;  manca quello "scatto" a livello mentale, speriamo che la convivenza con Gentile gli insegni ad essere un po' più sicuro dei propri (notevoli) mezzi.

Poeta voto 5
La sua convocazione, per lasciare a casa De Nicolao, è una delle scommesse perse da Pianigiani in questo europeo.  Rispetto al play di Varese, Peppe aveva teoricamente maggiori potenzialità in attacco e più esperienza. La realtà è poi stata che Peppe ha chiuso l'Europeo con quattro punti totali e quattro minuti giocati nelle ultime sei gare. Del senno di poi son piene le fosse, ma Denik avrebbe con ogni probabilità dato più energia in difesa rispetto a Poeta, che comunque non ha saputo trovare un suo spazio tra gli azzurri neanche per far rifiatare Cinciarini e Diener.

Rosselli voto 5.5
Il più vecchio della spedizione, almeno anagraficamente, che veniva da una discreta stagione con Venezia, aveva un ruolo difficile in quanto ultimo della rotazione degli esterni e quindi destinato ad avere poco spazio.  Ha avuto una chance di giocare tanti minuti, contro la Svezia nel primo turno, a qualificazione già acquisita, ma l'ha sfruttata solo in parte, prendendosi un solo tiro in 30 minuti sul parquet e tirando giù quattro rimbalzi. Un altro di quelli che pensava di non doverlo giocare, questo Europeo, e che tuttavia non ha sfruttato la chance avuta.

Vitali voto 5.5
Anche lui sarebbe stato da 5 per il rendimento messo in campo, ma si prende mezzo punto in più per la dedizione alla causa:  lui che nasce come play di due metri, si è trovato a dover fare il 4 nei quintetti atipici di Pianigiani, soprattutto quando i lunghi "veri" avevano problemi di falli.  Il dover giocare in zone del campo non proprio consone al suo tipo di gioco ha influenzato pesantemente le sue percentuali da due punti (2 su 11 totale), e conseguentemente anche lui, come Poeta, è sparito dalle rotazioni quando il gioco si è fatto duro.


Pianigiani voto 6
"Come? Solo 6?" - direte voi.  Il 6 è una media, tra il 7.5 che avremmo potuto dargli per il gioco messo in mostra nella prima fase, per il cuore con cui hanno giocato gli Azzurri e più in generale per aver saputo far rendere al massimo i suoi ragazzi, nonostante i mille forfait (Gallinari, Bargnani, Hackett, Gigli) durante il periodo precedente la rassegna continentale, che avrebbero potuto minare l'umore di chiunque; e il 4.5 per le convocazioni (difficilmente spiegabile la scelta di lasciare a casa Polonara, miglior under 22 del campionato appena concluso, oltre al già citato De Nicolao), la gestione di Belinelli e la scarsa capacità di variare il proprio gioco.  Dopo un primo turno praticamente perfetto da parte degli Azzurri, infatti, le avversarie hanno capito come giocava l'Italia di Pianigiani, e si sono adeguate.  La mancanza pressoché totale di attacco sotto canestro, l'insistenza nel tenere in campo Belinelli anche quando non gli entrava il tiro, la circolazione di palla che non ha funzionato per sei lunghissimi, interminabili minuti nell'ultimo quarto della sfida contro la Lituania che valeva la semifinale, sono cose sì imputabili alla panchina corta, ma sulle quali si poteva fare di meglio. Pianigiani è un grande allenatore e su questo non si può discutere molto, ma finora le sue vittorie sono arrivate tutte con una Siena la cui superiorità sulle avversarie in campo italiano non era in discussione. Tuttavia, soprattutto in campo internazionale, le sue squadre sono sempre state, fino ad oggi, delle grandissime incompiute.

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