Copertina e quarta di copertina del libro. Dalla pagina Facebook dell'autore. |
Lo ammetto, quando per la prima volta mi sono imbattuto in un post di Davide Piasentini su internet ho rosicato, un po'. Ma in senso buono, sia chiaro. Ho rosicato perché Davide è bravo, ma bravo davvero, e come sempre capita quando ti imbatti in uno bravo, pensi: "cavolo, perché io non sono così bravo?". Per fortuna però, visto che ormai ho un'età, ho imparato a relativizzare e a pensare due cose, la prima è che c'è sempre da imparare, la seconda è che alla fine mi godo i suoi pezzi di basket e non devo nemmeno pagare per farlo e la terza è che ha dei gran gusti musicali - ma su questi ci torniamo in un prossimo post- per cui anche se avevo detto due cose e poi ne ho scritte tre, insomma, tanta stima e fidatevi di me, una volta tanto. Tutto questo preambolo è per dire che alla fine, leggi un post, ne leggi due, ne leggi tre, va a finire che ti prendi anche il libro di Davide Piasentini, "Sotto il cielo di Rucker Park". Cioè, io mi sono preso anche "Ten - storie di grunge basketball", ma di questo vi parlerò una prossima volta, atteniamoci al piano, al titolo del post.
Sotto il cielo di Rucker Park, dicevo. Prima di cominciare, qui c'è il link per prendervelo: https://www.ibs.it/sotto-cielo-di-rucker-park-libro-davide-piasentini/e/9788827847817
La prima cosa che mi sento di dirvi è che se non sapete cosa sia Rucker Park, è molto probabile che siate capitati in questo blog per caso, magari cercando "partito comunista giapponese" o che so io. Va beh, cercatelo su google, io un po' mi vergogno anche a dirvelo.
La seconda cosa è che ok, Davide un minimo ha barato: non tutte le storie contenute in questo libro sono "ambientate" al Rucker Park. Alcune sì, tipo i viaggi in questo luogo leggendario fatti da Kobe Bryant e Kevin Durant. Ma non tutte. Però, e qui è il trucco, è come se lo fossero, non so spiegarvelo meglio di così. Si respira, cioè, in tutte le storie che compongono il libro, un amore viscerale per il basket, che è un po' come quello che permea l'asfalto dei playground americani, non solo del Rucker Park. E Davide - qui sta forse il suo talento maggiore, almeno a mio modo di vedere - è bravissimo nel contestualizzare l'amore per il basket. Nello spiegare come si possa arrivarci per vie diverse e tutte ugualmente appassionanti. Ecco, se dovessi sintetizzare in una frase questo libro, quello che direi è che "Sotto il cielo di Rucker Park" è un libro che ti tira dentro la passione dell'autore, e che tirandoti dentro, ti fa capire perché lui si è così tanto appassionato alle vite di questi giocatori. Alcuni dei protagonisti di questo libro - lo ammetto - li amavo anch'io già da prima, quindi questo processo di bias cognitivo, se così mi permettete di chiamarlo, era in un certo senso facilitato. Ma anche quelli che non conoscevo così a fondo, o che magari stimavo meno, sono giocatori che hanno un tratto in comune, ed è avere una grande anima. Per cui magari anche se non riesci proprio ad amarli li rispetti.
E quindi, che altro c'è da aggiungere, se non che vale la pena di leggervi questo libro? Se siete arrivati fino a qui e non vi ho ancora convinti, è solo perché non sono bravo come Davide Piasentini, ma lui lo è, oh, sì che lo è.
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