Piccole premesse:
I playoff si giocano in sei o sette per squadra e poco più, per chi non lo sapesse. Ci scusiamo pertanto se i vostri giocatori preferiti non verranno nominati in questo articolo.
I pronostici non li sbaglia solo chi non li fa, pertanto è altamente probabile che la disamina che segue sia smentita, del tutto o in parte, dai fatti. Correremo il rischio.
(1) Dallas Mavericks (67-15) – (8) Golden State Warriors (42-40)
Pronostico: 4-1
Dopo aver superato lo shock delle finali NBA perse in malo modo ed aver lasciato sul campo le prime quattro gare di stagione regolare, il passo dei Mavs si è fatto per molti versi simile a quello dei Chicago Bulls del 1996, il che fa di loro i logici favoriti di questi playoff. Dirk Nowitzki ha tenuto cifre sinceramente MOSTRUOSE (24,6 punti e 8,9 rimbalzi, tirando con la mitica tripletta di percentuali: 50-40-90, che era un po' il marchio di fabbrica di un certo Larry Bird) ed è l'MVP di questa stagione. I Warriors hanno dalla loro il fatto di arrivare ai playoff per la prima volta dal 1994 e di giocare praticamente senza pressione, oltre ad aver dimostrato che a fare la spesa dai Pacers ci hanno guadagnato loro, visto che dai primi di Marzo in qua, con Baron Davis in cabina di regia, hanno vinto 16 partite perdendone solo 4. In più, il che è abbastanza sorprendente, hanno vinto tutti e tre i confronti diretti contro i loro avversari. Il che lascia presumere che il cappotto da parte dei Mavs non ci sarà. Avvincente il duello tra il Barone e Jason Terry, che è un po' la chiave di volta della serie, se si considera il fatto che Nowitzki e Josh Howard in ala dovrebbero spuntarla senza troppi patemi contro Stephen Jackson e Jason Richardson. Se Diop e Dampier dovessero stentare contro il redivivo Jefferson, ne potremmo vedere delle belle. Panchine: lunghissima quella dei texani, non pervenuta quella dei californiani.
(4) Utah Jazz (51-31) – (5) Houston Rockets (52-30)
Pronostico: 3-4
Il fatto che sarà una serie avvincente è dato da tanti fattori. Non ultimo l'attitudine non proprio da vincenti delle due superstelle di Houston, Tracy McGrady e Yao Ming. Sta di fatto che altrimenti, dando un'occhiatina ai valori in campo e al momento di forma (da marzo, i Jazz hanno fatto 13-12 e i Rockets 17-8), ce ne sarebbe per chiudere la serie in modo ben più agevole e risparmiare qualche energia per quando arriveranno i Mavericks. Questa è anche una serie dove si sfidano due grandi coach, che con ogni probabilità arriveranno secondo e terzo nella corsa per l'allenatore dell'anno. I Jazz hanno fatto un inizio di stagione impressionante, ben al di sopra di ogni più rosea aspettativa, poi si sono sgonfiati un po' alla distanza. Ma sono una squadra di giocatori maledettamente concreti, dal play Deron Williams, che potrebbe fare a fettine il pari ruolo Rafer Alston, al centro Mehmet Okur, che però avrà vita assai dura contro il cinesone, a Carlos Boozer e Andrei Kirilenko, gli uomini dal quale dipendono le sorti di tutta questa serie. C'è da trovare una soluzione al “problema McGrady”, il quale sembra si sia messo in testa che santi numi! una serie di playoff nella sua carriera dovrà pur vincerla, prima o poi, e quest'anno ha accettato anche il ruolo di seconda opzione offensiva e il fatto che ogni tanto la palla si può persino passare ad un compagno (6,5 assist di media, massimo in carriera). Se Boozer e AK47 riescono a limitare T-Mac, i Jazz possono ribaltare il fattore campo, altrimenti sarà derby texano al secondo turno.
(3) San Antonio Spurs (58-24) – (6) Denver Nuggets (45-37)
Pronostico: 3-4
Allora, visto che in un primo turno difficilmente un upset non salta fuori, diciamo che la scelta in questi playoff cade sulla squadra che ha il talento per riuscire nell'impresa contro una squadra che è ai vertici della Lega da tanto tempo ma che a tratti è sembrata soffrire l'inesorabile scorrere degli anni. Del nucleo degli Spurs, Barry e Bowen hanno 36 anni e Michael Finley 34. A Denver evoluiscono attualmente due trentellisti dalla classe sopraffina, Allen Iverson e Carmelo Anthony, oltre al miglior stoppatore (e quinto rimbalzista) della NBA, Marcus Camby. Al quale toccherà l'ingrato compito di tenere a bada Tim Duncan, che in stagione regolare ha cominciato a dosare le energie e ha comunque tenuto medie da 20 e 10 come ai vecchi tempi. L'ago della bilancia in questo caso risiede fuori dal parquet, ed è una desperate (ma neanche troppo, ci scommettiamo) housewife, tale Eva Longoria, più bassa di Muggsy Bogues ma in grado, a quanto pare, di sfiancare più di chiunque altro Tony Parker, ovvero l'unico degli Spurs che sia fisicamente in grado di tenere Allen Iverson. Scherzi e gossip a parte, delle Pepite impressiona soprattutto il finale di stagione (9-1, quasi 110 punti di media a partita) e fa pensare il fatto che The Answer ha deciso di fare la spalla del più giovane Carmelo, per provare a riuscire là dove nel 2001 fallì. Morale della favola: chi ha più benzina, più voglia di vincere (e in questo dovrebbero prevalere i Nuggets), più sangue freddo nei momenti clou (e qui gli Spurs sono diverse spanne avanti), la spunta. A meno che i Nuggets non facciano incazzare troppo l'argentino...
(2) Phoenix Suns (61-21) – (7) Los Angeles Lakers (42-40)
Pronostico: 4-2
Una delle serie più belle e incerte dello scorso anno si ripropone di nuovo al primo turno. Lo scorso anno finì 4-3 per Phoenix dopo che i Lakers avevano avuto in mano la serie sul 3-1. Quest'anno, in meno per LA c'è l'effetto sorpresa, che a differenza dell'anno passato non avranno, e lo stato di forma con il quale sono arrivati a questa postseason: i Lakers sono al 43% di vittorie nel 2007, ed hanno avuto un record negativo negli ultimi tre mesi consecutivamente, dove la percentuale di vittorie è scesa al 39%. Questo nonostante un Bryant stellare come al solito, e nonostante un rientro a discreti livelli di Lamar Odom. A Phoenix hanno recuperato anche Amaré Stoudemire, uno da 20 e 10 di media e che perlomeno gioca anche qualche azione da centro. Il che fa dei Suns un competitore un pochino più credibile nella corsa al titolo, anche se al secondo turno saranno scintille in ogni caso. Se ci fosse una serie della Western dove c'è la tentazione di scommettere su un cappotto, sarebbe questa. Ma la classe cristallina di Kobe basta e avanza per portare a casa almeno una se non due partite. Ammettiamo tuttavia candidamente che una vittoria dei gialloviola sarebbe una delle più grosse sorprese del decennio. Curiosità: la sfida Lakers-Suns è un piccolo classico dei playoff, visto che questo è l'undicesimo confronto tra le due squadre dal 1970 a oggi. I precedenti sono 7-3 per i losangelini, ma questo, nell'economia di questa serie, conta fino a un certo punto...
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