domenica, aprile 06, 2008

qualche giorno prima, al Madison Square Garden

si sono recate le quattro squadre che si sono qualificate per l'NIT, il "torneo di consolazione" che tradizionalmente si svolge in parallelo a quello NCAA. Non c'era Syracuse(per la quale il sottoscritto non ha mai nascosto le proprie simpatie sin dai tempi in cui vi giocava John Wallace), eliminata a domicilio da UMass, ma c'erano squadre dal pedigree collaudatissimo, come Mississippi, e le due finaliste dello scorso torneo NCAA, Ohio State e Florida. Di ragioni per tentare la macumba a UMass, non ce ne vogliano i tifosi, ce n'erano più di una. Innanzitutto l'aver eliminato gli Orange di coach Boeheim, e ancor di più se vogliamo, per assistere alla rivincita tra i Gators e i Buckeyes. E invece i Minuteman, guidati da Milligan e Forbes, dopo aver chiuso il primo tempo sotto di nove, rifilano un bel pesce d'aprile a coach Billy Donovan e in finale ci vanno loro, battendo Florida 78-66 e rompendo le uova nel paniere al sottoscritto e a tutti quelli che avevano la medesima curiosità. Ohio State, invece, pensa bene di fare il proprio dovere, e già nel primo tempo, chiuso avanti 44-20, chiudono la pratica che riguarda i Rebels. Non ci sono più Greg Oden, Daequan Cook e Mike Conley Jr (altrimenti questi qua li avreste trovati nell'altro tabellone), ma la possibilità di portare a casa un titolo alla faccia di Florida, che l'anno scorso li aveva battuti sia nel basket sia nel football, è concreta e la tentazione allettante. Talmente allettante che due giorni dopo, nonostante i 27 punti di Harris, i 17 con 12 rimbalzi di Brower, i 10 assist di Lowe (con però uno sconfortante 1-13 dal campo), i Buckeyes chiudono sotto la prima frazione 36-41, ma nel secondo tempo indovinano praticamente tutto, segnando 56 punti in 20 minuti per un risultato finale di 92-85, tirando col 56 % dal campo e col 52% da tre, stoppando 12 tiri, e riescono così a tagliare una retina, grazie ai 20 punti (con 8 palle perse) di Turner, ai 19 di Butler, ai 17 di Hunter, e grazie anche all'erede di Greg Oden, quel Kosta Koufos (MVP del torneo) che ne mette 23 in 27 minuti sul parquet, e che il prossimo anno proverà a riportare Ohio State alla Big Dance, dove, come avevamo detto a inizio stagione, non tutti sarebbero stati invitati.

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