martedì, febbraio 26, 2019

Giocatori di basket che sono pezzi di musica indie italiana, anzi ITPOP, ma anche un po' alt-rock, e insomma ci siamo capiti.

(pubblicato originariamente su Crampi Sportivi il 10 febbraio 2019) 


Travolti anche noi da quest'onda inarrestabile di note, questa verve creativa che ha attraversato la musica italiana da una decina di anni a questa parte, e in virtù di un Sanremo attualmente in corso ed altamente infestante, che ha ormai fatto propri anche l'indie e il suo fratello meno bello, l'ITPOP, al quale partecipano sia Motta sia gli Zen Circus, dopo che l'anno scorso a sfiorare la vittoria fu Lo Stato Sociale, abbiamo cominciato ad associare canzoni a volti, strofe a giocate.
Insomma, che cosa c'è di più bello di potersi vantare tra qualche anno coi propri amici di aver scoperto Cam Reddish PRIMA che diventasse troppo famoso per potersi comprare la canotta senza passare per mainstream? Come me che ho a casa la 3 di Georgetown comprata nella torrida estate del 1996, peccato che non ci fosse la mia taglia, peccato che non ci fosse scritto dietro IVERSON, ma come per un concerto di un artista indie, o comunque di una band di quelle che non passano praticamente mai alla radio, chi c'era sa. E allora, questo è quello che abbiamo tirato fuori.

Jason TERRY - 40 km (Le Luci della Centrale Elettrica)



l'altro ieri una stella è morta con un'esplosione violenta, dopo di lui, più nessuno a correre con le braccia ad ali di gabbiano, ti troverò prima che faccia chiaro.  
Jason Terry è di Seattle, la città dove è nata la più grande ribellione in musica dai tempi del punk.  Ha vinto due campionati di High School. Migrando verso sud, ha vinto un torneo NCAA in Arizona. Restando a sud, ha perso una finale NBA già praticamente in pugno, scivolata via dalle sue mani come la sabbia del deserto. Ha poi vinto un titolo NBA, sempre in Texas, quando aveva 34 anni ed era ancora il Jet.  
Qui dove anche le rondini si fermano il meno possibile, qui dove tutto mi sembra indimenticabile.


Stephon MARBURY - Manzarek (Canova)


Maledetto giornale, la borsa cade, e cade l'occhio sull'oroscopo, e il bello è che dice che tornerà tutto a posto, ma non so dove sei. Se c'è una cosa che odio di più è che non posso vederti tutti i giorni. 
C'è una sola buona ragione per cui i New York Knicks non ritireranno mai la maglia numero 3 di John Starks e quella sola buona ragione è Stephon Marbury.  Lo sappiamo, anche voi odiate non poter vedere tutti i giorni Stephon, soprattutto nella NBA di Stephen, ma comunque tranquilli, non è una lacrimuccia, quella che vi cola sulla guancia, è solo questo vento freddo di febbraio.



Brandon ROY - La nostra ultima canzone (Motta)


E se fossimo ancora insieme. E se questa fosse l'ultima canzone. Abbiamo finito le parole, e tu che non hai mai capito da dove cominciare. 
Eh oh, se a voi non manca Brandon Roy in maglia Blazers, la prima cosa che possiamo pensare di voi è che abbiate un bidone dell'immondizia al posto del cuore. Uno che di soprannome era chiamato The Natural, e che faceva in scioltezza quelle cose che anche a noi tutti riescono benissimo. Alla play. è durato poco, ma è stato meglio averlo perso che non averlo mai avuto. 
E lasciati andare, respira forte la nostra ultima canzone. E non ti girare, adesso parte la nostra ultima canzone-


Steven ADAMS - Gli Zombi nel video di Thriller (Amor Fou)


Non ho letto il giornale, non ho trovato una casa e non so se lo farò domani.
 Non ho mai visto un ufo non ho fatto la spesa e non ho bisogno dei pensieri. 
Steven Adams è uno a cui è impossibile non volere bene, con quel suo look da chitarrista della vostra band indie preferita e quella mimica facciale e quel gioco senza fronzoli e quei tatuaggi e ammettetelo, quando ha stoppato Kevin Durant con la maglia di Golden State lo avete amato un po' anche voi.



Lloyd DANIELS - Cosa mi manchi a fare (Calcutta)


La pioggia scende fredda su di te, Pesaro è una donna intelligente, forse è vero ti eri fatta trasparente. 
Da leggenda dei playground newyorkesi a comparsa nella NBA a protagonista a Pesaro a comparsa nella NBA a giramondo nelle minor leagues USA a Scafati a Shanghai. Se conoscete qualcuno di più alt-rock di Swee' Pea, ditecelo pure. Un libro e un docu-film a raccontare la storia di un giocatore che ha segnato 7 punti di media in 200 partite in NBA. 
E allora dimmi che cosa mi manchi a fare,ti prego dimmi che cosa mi manchi a fare, tanto mi mancheresti lo stesso, che cosa mi manchi a fare? Ti prego dimmi...



Brook LOPEZ - Limone (Giancane)


Con gli anni 80 avete rotto il cazzo,che poi hanno rotto il cazzo già dagli anni 80. 
"I centri devono tirare da sotto, stare sotto canestro, fare a sportellate, prendere rimbalzi, lottare, sgomitare, incazzarsi per quando i play non gliela passano e si prendono un tiro insensato." Ma chi l'ha detto? E soprattutto, come fate a non volere bene ad un giocatore così, che per restare in classifica ha esplorato tutti o quasi i generi musicali, pardon, le evoluzioni possibili del gioco?
E la radio passava gli Stadio e poi Ron, Vasco Rossi, Venditti e il re, Simon Le Bon



Nicolas BATUM - Robespierre (Offlaga Disco Pax)


La maestra mi chiese di Massimiliano Robespierre, le risposi che i Giacobini avevano ragione e che Terrore o no, la Rivoluzione Francese era stata una cosa giusta. 
Ma ci pensate che ridendo e scherzando, Nic Batum è in NBA dal 2008 e siamo già oltre le 700 partite. Ci pensate che questo gioca nella stessa nazionale che ha sfornato Tony Parker, Boris Diaw, Rudy Gobert, Evan Fournier e Nando De Colo e nessuno lo scalza, nessuno parla di lui, ma questo zitto zitto è stato nel quintetto ideale del mondiale 2014. Ci pensate che questo, a quelli che dicevano che la Francia non ha vinto il mondiale di calcio, l'ha vinto l'Africa, ha risposto con un diplomaticissimo "andate a farvi fottere"? 
La maestra non ritenne di fare altre domande.



Ty LAWSON - Vivere di conseguenza (Verdena)


Su, sveglia! Ci vuole un gin, altro sarai se capiti qui. Più di un mostro e non ciò che vuoi, vivi e non basta.  
Ty è uno di noi più di quanto noi stessi siamo disposti ad ammettere. Con il suo fisico non certo mostruoso, con la sua tendenza a buttar via il proprio talento, con le sue debolezze, con i suoi indimenticabili momenti di gloria, con le sue cadute con la faccia nella polvere. Ty ogni tanto gioca in NBA, ogni tanto in Cina. Ty a volte fatica a restare a galla, come tutti noi comuni mortali. 
Credimi non è così che ti voglio. Che ci rimane? Eh si che mi rincresce.



Allen IVERSON - La stagione (Zen Circus)


Ragazzi quanta vergogna e che talento nel fare del male, sbagliare tutto quanto poi tornare indietro e rifarlo esattamente uguale, che se scompaiono gli errori scompare anche la tua persona, fatta di luce nella nebbia che non vedi più nulla ma che bagliore!
Allen Iverson è il giocatore di fronte al quale i What If? perdono di significato, è il giocatore che ha fatto più errori e al tempo stesso ha saputo esprimere davvero il suo talento, il suo fuoco dentro, la sua essenza, senza mai fare un passo indietro, restando vero e vivo e autentico e inimitabile. Allen Iverson che vince l'MVP della NBA è stata la più compiuta metafora della vita che il basket potrà mai regalarci. Non ha vinto un titolo NBA, non ha vinto neanche un oro olimpico, eppure ha saputo emozionarci come forse davvero nessuno mai. Come una bella canzone che ancora non conoscevamo e di cui non potremo mai più fare a meno.
Abbiamo voce roca, fronte bassa e selvaggia, un identico cielo un solo mare e nessunissima medaglia.  Chi vi credete che noi siamo per le ferite che portiamo, la differenza sta tutta tra il mondo che subiamo e quello che immaginiamo... Noi siamo quelli vivi è la nostra stagione che cosa ci vuoi fare è la stagione del dolore. Finché ci trema il cuore, finché la testa vuole, potremo finalmente urlare il nostro vero nome!



Sergio RODRÍGUEZ GÓMEZ – Sergio (Baustelle)


E il mondo guarda e io non so guardare il mondo e prenderlo, se sono triste non lo so, vivo.

Il Chacho Rodriguez è la dimostrazione lampante che non tutte le cose belle succedono nella NBA.  Nella Lega col logo di Jerry West, Sergio ci arriva infatti nel 2006, a vent’anni esatti, fresco di titolo mondiale, ma gioca poco e viene sballottato, da nordovest a sudovest e poi a est, così decide di tornare in Europa e si spara sei stagioni al Real Madrid, scrivete tre titoli di Liga ACB e un’Eurolega.  Torna negli USA, un anno ai Sixers, ma niente, non scocca la scintilla. Così si torna ancora in Europa, al CSKA. Con la nazionale spagnola ha vinto due medaglie olimpiche, un mondiale, un europeo più altri tre podi sempre nella rassegna continentale. In Spagna è amato come pochi altri, all’estero è rispettato da tutti, molto più di quello della canzone dei Baustelle, sicuramente.



Gianluca BASILE – Maddalena e Madonna (Brunori Sas)


valigie e borsoni e dai finestrini lo sguardo d'amore più triste che c'è. Gente del sud stipata sui treni, sorrisi e canzoni e la voglia di andare ancora…
Gianluca Basile è lo studente fuori sede per antonomasia del mondo del basket. E come uno studente fuori sede valido, ha lasciato tutto, ha lasciato la Puglia per inseguire un sogno, un amore, una realizzazione possibile ma niente affatto scontata.  Lo sapete quanto può essere lunga la strada che da Ruvo di Puglia ti porta a vincere un campionato europeo di basket, un argento olimpico, due scudetti, due Liga ACB, un’Eurolega?  Probabilmente lo sa solo Gianluca Basile, che a Reggio Emilia arrivò da studente e partì da giocatore fatto e finito, per entrare poi nell’olimpo del basket bolognese, italiano, europeo, partendo da quel Sud dell’Italia dove a volte tutto sembra precluso e al tempo stesso nessuno può impedirti di credere nei tuoi sogni, inseguire i tuoi grandi amori, magari in un treno che arriva al binario tre.
Maddalena e Madonna ogni tanto ritorna la mia voglia di averti ancora e c'era l'amore, che cambiava il colore del cielo il sapore del vino l'odore dell'aria al mattino era solo per te


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