lunedì, dicembre 23, 2019

Venti anni fa, Chicco Ravaglia.




(pubblicato originariamente sul gruppo Facebook di Overtime - Storie a Spicchi, il 23 dicembre 2018)

Sono le 20:23 e in questo momento a Cantù stanno ricordando te, che sei nato il 20 febbraio del 1976 e te ne sei andato il 23 dicembre del 1999. 



E 23 furono anche i punti segnati nella tua ultima partita su questa terra, il destino beffardo come sempre che ti ha visto vincere tutto con la Virtus Bologna ma spesso da bordo campo, un po' perché all'epoca la Virtus era una corazzata a livello europeo, un po' per quel brutto, bruttissimo infortunio al ginocchio che ti fece star fermo un sacco di tempo. E come a Cantù, so che si ricordano di te anche a Bologna, a Cento, ad Imola e a Varese. Non è mai bello ricordare in modo postumo un giocatore di cui abbiamo visto poco, perché si rischia di cadere nella vuota retorica e nella mitizzazione che va fin troppo di moda oggi. E però c'è un dato di fatto in mezzo a tutto questo, ed è che in tutti i posti dove hai giocato hanno un bel ricordo di te. A Bologna, la tua città natale, quella dove hai capito che sì, avresti potuto essere un giocatore di pallacanestro professionista. A Varese, dove eri il cambio di Pozzecco, e in un certo senso la versione un po' più alta e più giovane, ma con quel pizzico di lucida follia cestistica che anche il Poz aveva. A Cantù, dove avevano capito che eri un giocatore su cui si poteva puntare, uno da far crescere e diventare protagonista, come in quella tua ultima partita. 


Mi sono sempre chiesto che Natale possano aver passato i tuoi genitori, soprattutto dopo aver assistito di persona a quella partita, dopo averti visto con i loro occhi mostrare sul campo il giocatore che tu volevi essere. E il punto è che semplicemente non c'è niente che possa consolarti della perdita di un figlio. Niente. Venti anni dopo, si può solo lenire il dolore pensando che ancora sei così amato, così ricordato, e che te ne sei andato dopo aver messo quei maledetti, bellissimi 23 punti. Accidenti se manchi ancora, Chicco.

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