lunedì, novembre 10, 2008

A SEASON IN PREVIEW

WESTERN CONFERENCE:
Allora...sui Lakers non possiamo ancora dare un giudizio veritiero causa un calendario che possiamo definire benevolo senza troppa paura di sbagliare.
Onestamente 4 partite – di cui 2 “derby” - sono troppo poco per poter intuire il peso specifico della squadra. Comunque siamo abbastanza convinti che la chiave sia sempre la stessa: Odom, se rimane a Hollywood deve adattarsi a partire come sesto uomo tattico perché nei primi cinque lui – Gasol – Bynum mi sembra un po' troppo showtime.
Io credo che non finirà la stagione con questa maglia, a meno che le nuove twin towers gialloviola facciano faville e si decida di non rompere gli equilibri. Resta la pecca – secondo me – di aver lasciato partire Turiaf, uno tosto che in mezzo a quell'area avrebbe fatto ancora comodo.
Houston non mi convince più – e detto da me che sono un fanatico di Scola è qualcosa di importante – perché sono almeno due anni che punto su di loro e puntualmente mi deludono.
C'è RonRon in più adesso, c'è il migliore dei Barry Bros., ma c'è anche la schiena di T-Mac, la cronica incapacità di essere determinante e vincente di Yao e un'attitudine non proprio da killer della squadra nelle partite “calde”.
Chi per me farà il botto, ancora meglio dello scorso anno, saranno gli Hornets: Chris Paul ha numeri paragonabili a quelli di LBJ ma la gente lo caga di meno perché non arriva con l'ombelico al ferro per schiacciare.
Chandler con il suo “3” si trova divinamente e adesso ai West e Stojakovic si è aggiunto James Posey (se cercate uno con tendenza a vincere da fine aprile in poi, il suo è il cell. che vi serve).
Un accenno sul discorso Spurs: non li vedo più al massimo livello, soprattutto perché adesso non dipendono da Duncan o da Parker ma da Ginobili e questo li rende meno affidabili visto che Emanuel si infortuna solo a guardarlo. Continuano a non ringiovanire la squadra con la speranza di una last dance ma l'impressione è che ormai se ne sia andato a dormire anche il DJ della festa.

EASTERN CONFERENCE:
Iniziamo con la prima della classe, i campioni in carica di Boston: hanno sicuramente acquisito più esperienza, ma allo stesso tempo avranno meno fame di vittorie. La squadra è praticamente la stessa ma con una defezione che potrebbe rivelarsi fatale nella post season, quella di Posey appunto.
Cleveland arriverà quasi sicuramente in finale di conference, ma da lì in poi dipenderà più dagli eventuali opponents che dal Prescelto e soci. Potrebbero arrivare alle Finals se i Celtics si ammorbidissero un po' o se i nuovi Pistons fallisero.
Già...i nuovi Pistons di Allen Iverson. Tre/quattro anni fa dopo una trade così gli avremmo consegnato l'anello a prescindere, adesso le cose sono molto meno scontate perché AI ha dimostrato di essere allergico come pochi alle situazioni che prevedono lo stage sharing e perché inserirlo al posto di Billups è molto complicato: o si fa sedere Stuckey (con un bello ciao core al rinnovamento) o lo si fa giocare da point guard incasinando tutto il resto della squadra (come si può togliere Rip Hamilton, o Tayshaun Prince se si sposta quest'ultimo in ala piccola?!?).
Io rimango dell'idea che se devo far recapitare il pallone a uno tra Hamilton, Prince e Wallace quel pallone lo faccio portare a Stuckey e mai (MAI) a Allen I. Come quarta forza ci metto gli Hawks – che ancora devono perdere una partita – ma che sono troppo belli, giovani e divertenti per essere anche vincenti, però dopo l'ultima edizione dei playoffs non si può mai dire...

Italians do it better...sort of:
Partiamo dal “veterano” Bargnani: due anni fa, al momento dell'esordio, ero convinto che il Mago sarebbe diventato più forte di Nowitzki e un sicuro all-star.
Adesso sono più dell'idea che Andrea sia – e continuerà ad essere – un gran giocatore che non diventerà mai un grandissimo perché assolutamente incostante.
Un giocatore che può fare 20+10 contro chiunque e la sera dopo sparire del tutto, questo è e questo sarà anche in futuro Bargnani, anche perché ormai il “rodaggio” dovrebbe essere finito e di attenuanti ulteriori non ne vedo (magari solo il coach più incapace della Lega, ma rimarrebbe comunque la mancanza di forza mentale e la costanza).
Marco Belinelli non ha molta scelta: 1) o se ne va (magari con una trade che qualcuno ritiene praticamente già fatta con una squadra della eastern conference allenata da un omino che ama le rotazioni folli); 2) o rimane a sprecare gli anni migliori della sua carriera a rimirare l'isola di Alcatraz dal Golden Gate (oh...bello per carità, ma c'è sempre tempo una volta smesso con la “canotta e i braghini”), ché tanto di giocare con Nelson non se ne parla.
Per Gallinari il discorso è diverso: ha avuto una botta di culo clamorosa trovando un coach che lo conosce come se fosse suo figlio e che quindi lo terrà sempre in considerazione – a differenza di quanto è capitato a Belinelli – quindi, avendo sicuramente le capacità per stare in quella Lega, bisognerà solo aspettare che passino i malanni, anche se la sua schiena inizia ad avere tempi di recupero sospetti.

1 commento:

Rob ha detto...

occhio che Wade ha suonato la carica... ;)

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